Note di regia di "Hai mai avuto paura?"
Attraverso una narrazione dalle tinte horror/mistery, il film mostra un passaggio fondamentale nella vita e nella formazione di ogni individuo: l’accettazione di sé, della propria vera natura e delle proprie ombre.
La storia è raccontata attraverso gli occhi di un bambino alle prese con una paura ancestrale e universale: LA PAURA DEL BUIO, DELL’OSCURITÀ E DELL’IGNOTO. Orazio la rifugge, ma ne è fortemente attratto. Oscurità e ignoto esercitano su noi tutti un fascino magnetico, ed è esattamente ciò che viene indagato in questo racconto. (Ri)conoscere le proprie zone d’ombra è qualcosa che può far paura, un passaggio necessario e non certo privo di sofferenze: qualcosa deve morire perché qualcos’altro possa nascere.
La paura è più forte quando non sai bene che aspetto abbia, né da dove arrivi il pericolo. L’elemento sovrannaturale che si è abbattuto sul villaggio - “La Bestia” - rimarrà per lo più oscurata, nascosta nell’ombra, mai mostrata. Una minaccia costante e presente nella vita di tutti. Elementi di rimando costante alla vicinanza della Bestia alla comunità sono disseminati nel film: la intravediamo negli animali impagliati disseminati nell’austera dimora, nelle ombre che affollano la mente di Orazio e che il bambino disegna sul suo diario con inchiostro nero e denso. La percepiamo nell’ambiguo e malefico quadro dell’antenato, nei libri proibiti che il Conte si prodiga a nascondere. La riconosciamo nei riti pagani compiuti dal cacciatore - e nella cicatrice che porta sull’occhio: la bestia è antica e convive con l’uomo da immemore tempo.
“Non si scappa dalla paura. Non si fugge dall’ombra”, ricorda a tutti l’uomo.
L’Ombra si nasconde in ognuno di noi, anche nel più insospettabile. E non va mai soffocata o ignorata, o andremo incontro a orribili conseguenze…
Ambra Principato