DONNE IN IRAN - Serate speciali a Firenze
Martedì 4 luglio 2023, dalle ore 21.45 all'arena cinematografica
Apriti Cinema del Piazzale degli Uffizi di Firenze va in scena la prima serata di
Middle East Now Summer Picks, la rassegna estiva proposta dal festival Middle East Now. Quattro martedì di proiezioni – 4, 11, 18, 25 luglio – per un ricco programma di film ed eventi sul Medio Oriente, in una delle arene cinematografiche più belle del mondo. Le proiezioni sono ingresso libero, i film in lingua originale con i sottotitoli in italiano in inglese.
Apriti Cinema è organizzata da Quelli dell’Alfieri, programmazione a cura del Cinema la Compagnia, in collaborazione e con il sostegno delle Gallerie degli Uffizi nel cartellone dell’Estate Fiorentina del Comune di Firenze.
Il primo appuntamento di domani martedì 4 luglio è interamente dedicato all'Iran in un momento in cui si sono spenti molti riflettori, e in particolare alle donne iraniane, al ruolo che hanno nelle proteste che stanno caratterizzando il paese negli ultimi mesi, scoppiate dopo la morte nel settembre scorso di Mahsa Amini mentre era sotto la custodia della "polizia morale". Un’uccisione che ha risvegliato più di quarant’anni di proteste contro la repressione nei confronti delle donne e di qualunque oppositore da parte del regime islamico.
La serata avrà come ospite speciale Luciana Borsatti, giornalista, scrittrice ed esperta di Iran (per lungo tempo è stata corrispondente da Tehran per l’agenzia Ansa), che presenterà anche il suo ultimo libro Iran. Il Tempo delle donne (Castelvecchi 2023).
Protagonista dell’arena sarà la proiezione in anteprima dell’intenso documentario Noi donne iraniane di Sabina Fedeli e Anna Migotto (Italia, 2023, 60’).
Dal fuoco di proteste che ha infiammato l’Iran dopo la morte di Mahsa Amini - ventiduenne curda uccisa dalla polizia iraniana perché non indossava correttamente l’hijab - e dal bisogno di portare alla luce la deriva di una nazione stretta tra patriarcato, crisi economica, corruzione e rigide norme religiose e ideologiche, nasce il documentario “Noi donne iraniane”. Un racconto corale che ripercorre la storia della repressione delle libertà in Iran, ma anche il coraggio contagioso che unisce milioni di giovani intorno al grido di "Donna, Vita e Libertà". Le tante voci nel documentario sono rappresentanti della cultura, dell'arte, del mondo accademico del Paese. A cui fanno eco, poi, quelle delle troppe donne costrette a lasciare l'Iran negli anni passati. Molte delle loro testimonianze e dei video auto-prodotti sono stati inviati dall’Iran clandestinamente, aggirando il blocco dei social e la censura, raccontate in prima persona da donne che hanno scelto di parlare superando ogni paura, affinché le loro parole potessero essere ascoltate da un Occidente troppo lontano dalle loro battaglie.
Ad aprire la serata l'ospite Luciana Borsatti introdurrà il suo ultimo libro Iran. Il Tempo delle donne (Castelvecchi 2023).
“Vi sono parole – scrive l’autrice nell’Introduzione – che possono avere una potenza evocativa straordinaria, capaci di incarnare i sentimenti, le emozioni, le attese, i desideri, la rabbia e il dolore di interi gruppi sociali, e di addensare in uno slogan un grande potenziale rivoluzionario. È questo il caso di Donna Vita Libertà”.
Donna Vita Libertà: sono le parole scandite per mesi nelle strade dell’Iran, in una sorprendente stagione di rivolta guidata dalle donne, ma capace di interpretare un’urgenza di cambiamento trasversale a quasi tutti i gruppi sociali. Cominciate il 16 settembre 2022 con la morte di Mahsa Amini, le proteste si diffondono in tutto il Paese e investono la legittimità stessa della Repubblica Islamica. Una nuova generazione coraggiosa e connessa con il mondo, che non ha vissuto i drammi seguiti alla rivoluzione del 1979 e della guerra con l’Iraq, rivendica libertà e diritti basilari, invocando la fine di un regime percepito come irrimediabilmente corrotto e dittatoriale. Il potere politico-religioso, saldato con quello militare e i potentati economici, sembra solo capace di una spietata risposta repressiva. La protesta risuona potente anche all’estero, con una massiccia mobilitazione della diaspora sul piano mediatico, interrogando l’Occidente su come sostenerla. Ma Teheran guarda già ad altri attori mondiali, come la Cina e la Russia in guerra con l’Ucraina, e la causa della #IranRevolution si intreccia con le ragioni della geopolitica. Comunque vada a finire, l’Iran è già cambiato.
03/07/2023, 12:15