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Note di regia di "Quattro Giorni per la Liberta': Napoli 1943"


Note di regia di
Proporre un documentario storico vuol dire innanzitutto interrogarsi su come riuscire a raccontare la storia di queste persone ‘in carne ed ossa’ e quindi sullo stile di narrazione e sulle modalità di indagine alla luce dei linguaggi e delle tecniche cinematografiche contemporanee.
È per questo che sin da subito ho cercato delle strade che potessero valorizzare al meglio il ricco archivio di filmati e foto insieme a quella perla rappresentata dal film di Nanni Loy del 1962, strade che permettessero un racconto più vicino agli avvenimenti e ai suoi protagonisti, quasi una testimonianza diretta di quelle ‘quattro giornate’ di ottant’anni fa. Un elemento fondamentale che permetterà allo spettatore di essere accompagnato dentro queste drammatiche vicende è la voce di Napoli, la ‘voce di dentro’ di una città che racconta in prima persona alcune delle pagine più drammatiche e gloriose della sua storia. Napoli parla con la voce di una delle sue attrici più amate e apprezzate, Luisa Ranieri, attraverso le parole scritte da uno dei suoi scrittori più popolari e affermati, Maurizio de Giovanni.
Ascolteremo le testimonianze di importanti esponenti della cultura napoletana e nazionale che ci racconteranno il loro legame con queste vicende, perlopiù indiretto, frutto di racconti o ricordi, di aneddoti riportati o di studio. Ci avvarremo poi del contributo dell’animazione per entrare nelle storie di quattro protagonisti di quelle vicende, dipanare la drammaturgia di fatti e personaggi proprio come nella migliore tradizione dei film e in particolare dei film d’animazione. Le interviste e la preziosa performance finale di Massimiliano Gallo sono ambientate nelle catacombe di San Gennaro, un luogo topico e mistico che ci permette di entrare nelle viscere di Napoli, nel ventre di una città ricca di simbolismo e di storia, proprio quel ventre che ha protetto i propri figli durante i bombardamenti.
Lo stile del documentario è dunque immersivo in senso drammaturgico, estetico ed emotivo. Per questo tutto ha inizio dai cunicoli della Napoli sotterranea per uscire poi nelle strade, perché è la ‘voce di dentro’ di questa storia che ci interessa conoscere, la voce che può parlare al presente a ognuno di noi, restituendoci l’incredibile attualità di fatti che il tempo rischia di relegare a una memoria svuotata di emozioni e senso di appartenenza.

Massimo Ferrari