Note di regia di Patagonia"
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Tutti i bambini crescono, meno uno"
Questo è l’incipit del romanzo di Peter Pan, scritto da James Matthew Barrie. Come tutti sappiamo, Peter è un bambino che non vuole crescere, volante, libero e pieno di fantasia. Quando Wendy, una bambina che Peter trascina con sé in un viaggio notturno, gli chiede dove abiti, Peter risponde: "
Seconda stella a destra, poi dritto fino al mattin"o. Una risposta poetica, data per fare colpo: Peter Pan ha le caratteristiche letterarie del bambino seduttore e un po’ sbruffone, avventuroso e travolgente.
Ma questa non è solo la storia di un Peter Puer, Agostino. È la storia di chi guarda Agostino: Yuri. Un ragazzo che vive una vita senza scintille con una zia che lo tratta come un bambino e che trova in Agostino la spinta ad andarsene e a lasciarsi dietro una gabbia di troppo amore e un noioso paese della costa abruzzese. Yuri è un candido, una superficie in cui l’egocentrico animatore si riflette. Yuri inizia a identificarsi nei desideri di Agostino, li fa propri. Inizia a lavorare con lui per finanziarli, fino ad accettare piccole e ripetute molestie morali. Un gioco tra piacere e
dispiacere. Premi e punizioni.
Quando arriviamo al campo rave, Agostino non è altro che uno dei tanti giovani frastornati, fluttuanti sessualmente e psicologicamente indeterminati. A muoverli non è l’ambizione ma il precipitato di un desiderio che serve a sbarcare il lunario e arrivare a domani, dove tutto ricomincia uguale a ieri.
A colpi di 160 bpm inseguono la libertà, meglio, un'illusione di libertà. La stessa che Agostino promette a Yuri, in Patagonia. Un sogno che si traduce in un gioco di forza e dipendenza. E a Yuri non resta che imparare l’esperienza della scelta, sapendo che qualsiasi scelta implica sempre una perdita. Anche di libertà.
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Simone Bozzelli"
06/09/2023, 10:06