VENEZIA 80 - Marco Amenta: "La Sardegna si può ancora salvare"
In chiusura del programma delle Notti Veneziane alle Giornate degli Autori a Venezia 2023 è stato programmato "
Anna" di Marco Amenta, la storia di una donna sarda che resiste alle prepotenze di una multinazionale difendendo la terra e le proprietà di famiglia.
Amenta, dopo "La siciliana ribelle" nel suo cinema un'altra donna forte protagonista, anche qui lasciata sola a lottare contro forze più grandi di lei.
La storia è liberamente ispirata a due vicende realmente accadute, da un lato un caso di speculazione edilizia in Sardegna, con protagonisti un uomo anziano e sua figlia, e dall'altro l'esperienza del mio documentario "The lone girl", sulla vita dell'ultima ragazza buttera italiana. C'è qualcosa di lei nel personaggio di Anna: il modo femminile di approcciare questo lavoro, l'atteggiamento materno nei confronti degli animali e della terra, il legame forte con l'acqua... si comporta diversamente da come farebbe un uomo.
Ma non tutto è stato costruito a tavolino, mi piaceva molto l'idea di lasciare libera una cerca visceralità del film, dare spazio alle immagini e per fortuna ci siamo riusciti. Se poi ci sono dei simboli, spesso non sono ragionati: lascio a voi critici l'interpretazione.
Io penso sia una storia molto local che però sia anche molto universale.
Come ha lavorato sull'aspetto estetico?
Volevo una fotografia testarda e aspra. Il concetto mi era chiaro, ma come realizzarla? Questo era il difficile...
Sono stato molto aiutato dal fatto che abbiamo lavorato a strettissimo contatto in trio io, la mia protagonista e il direttore della fotografia: siamo riusciti a regolarci al ritmo dei suoi sospiri e del suo cuore restandole attaccatissimi.
Lei è siciliano, ma racconta con passione la Sardegna.
In Sicilia purtroppo la battaglia per la difesa delle coste, dell'ambiente, di certe tradizioni è ormai persa, in Sardegna sento che è ancora in corso e provo a dare il mio contributo, a lanciare un segnale. Sono felice che sia partner del film anche l'associazione Italia Nostra, che si batte per la difesa del territorio ed era molto attiva nel caso di speculazione edilizia che citavo prima.
Non sono contro lo sviluppo o contro il turismo, sia chiaro, ma non c'è bisogno di distruggere: credo in uno sviluppo che sia anche sostenibile.
Come ha scelto la sua protagonista, Rose Aste?
Dopo tantissimi provini! All'inizio cercavo un'attrice italiana, poi ho capito che serviva una sarda: Rose riesce a veicolare con la lingua che parla e con il suo vissuto le emozioni nel personaggio, dandole profondità e autenticità. Mi piace che parli un po' sardo e un po' italiano, e che il dialetto le esca fuori nei momenti più viscerali, spontaneamente!
Devo ringraziare anche la mia produttrice, mia sorella Simonetta, per il supporto nella scelta e per l'impianto produttivo che ha messo in piedi.
Rose ha portato sé stessa in Anna: incarna il lato selvaggio, duro, scontroso che non ho voluto nascondere per renderla più vera. A volte è respingente, ma ha un erotismo quasi inconsapevole che non esibisce mai. E' una donna libera: l'ho immaginata un po' come la Valeria Golino di "Respiro".
Mi piace molto quello che ha detto la montatrice francese del film:
"Anna" è un film profondamente femminista.08/09/2023, 21:08
Carlo Griseri