TUC 2023 - Adriano Giotti: "Un omaggio al mio guerrilla cinema"
Protagonista della decima edizione del
Torino Underground Cinefest è il regista
Adriano Giotti, cui viene dedicata una retrospettiva di quanto realizzato finora tra i molti premiati cortometraggi e il lungo d'esordio "Sex Cowboys", già protagonista al TUC nel 2019 e vincitore del RIFF di Roma.
Che emozione fa vedersi omaggiati in questo modo?
Ovvio che io sia rimasto super-contento, non me l'aspettavo,ma la prima cosa che ho detto è stata: davvero me lo merito? Poi è andata bene, le persone sono venute, ci sono state molte domande... Ho riguardato per la prima volta in vita mia tutto quanto in ordine cronologico, è stato interessante, è stato forte.
Mi sono reso conto delle cose che ora farei in modo diverso, scelte di montaggio e altro... alcune battute o il modo in cui sono state dette le ho un po' detestate, è normale, si matura e si diventa sempre più precisi, ma devo dire alcune cose le ho trovare di livello ottimo, "Mostri" ad esempio, era tanto che non rivedevo.
Qualche pensiero nuovo dopo aver rivisto tutto in serie?
Direi che dopo un inizio più leggero ho fatto una serie di lavori più cupi fino all'ultimo, "Tik tok star", che pur restando nel dramma è più positivo.
Inizio sempre a scrivere osservando la realtà e quando ci sono cose che mi colpiscono decido di raccontarle, ma come farlo?
Da uno stimolo esterno connetto il mio mondo interiore e poi metto tutto insieme, miro sempre a creare un'emozione forte, mantenendo un certo grado di verità. I temi cambiano ma inizio sempre dai personaggi.
Il cinema per me deve essere emozione: tranne il mio nuovo corto, "Turisti", che ho girato su cavalletto per distaccarmi, tutti gli altri li ho realizzati con la camera a mano, rimanendo attaccato ai miei personaggi per sentire meglio le loro vibrazioni, il loro oceano emotivo...
L'omaggio è inserito nella sezione Italian Showcase Guerrilla Style.
Mi sembra una definizione perfetta: ho iniziato a fare cinema nel periodo di crisi più nera, io non posso autofinanziarmi, non ho mai avuto a disposizione fondi personali da poter investire, sarebbe stato tutto più semplice.
Devo sempre lottare per portare a casa una storia vera, emozionante, potente, ma anche i finanziamenti. Anche i miei personaggi devono fare "guerrilla", sono sempre storie in cui vogliono qualcosa fortemente e lottano per averlo, come faccio io.
Ho fatto il mio primo lungometraggio (che formalmente non è considerato dal Ministero perché dura "solo" 70 minuti) con una troupe di quattro persone e 5.000 euro di budget!
Ma il cinema che ha fatto sarebbe stato diverso con altri mezzi a disposizione?
Spero davvero di poter fare un'opera prima senza troppa guerrilla, ma è difficile che riesca ad avere grandi finanziamenti, non voglio fare sconti sui temi che tratto. Quello che vorrei davvero fare per ora l'ho potuto esprimere solo su carta: tra il 2016 e il 2019 ho vissuto a Madrid e scritto tanti racconti, che hanno vinto anche premi importanti e che vorrei far diventare cinema, ma non troveranno mai finanziamento, sono storie molto forti e qundi impossibili da far passare.
Ho scritto anche molte storie di lunghi, ho almeno quindici soggetti e alcuni sono già alla seconda o terza stesura di sceneggiatura, ho venduto cinque copioni a diverse produzioni... Ci sono tante storie che spingono per uscire fuori da me.
I miei lavori sarebbero stati migliori se avessi avuto più budget! Devo sempre ottimizzare quel che ho, a partire dalla sceneggiatura, da sempre, ma anche le scelte di inquadratura e tutto il resto. E' stancante, ma è l'unico modo in cui ho potuto lavorare fino a qui.
E per il futuro?
Tanti progetti... insieme a Simone Ranucci e Heidrun Schleef abbiamo scritto una versione lungometraggio di "Tik tok star", stiamo aspettando novità dal ministero sul bando per lo sviluppo. Ma intanto accompagno "Turisti", dopo l'anteprima a Odense ora attendiamo la prima italiana.
30/09/2023, 16:12
Carlo Griseri