FESTA DEL CINEMA DI ROMA 18 - Attenti alla "Palazzina Laf"
Lavorare per non morire o morire di lavoro? Il grande dilemma dei giorni nostri, a cui nessuna oggettiva risposta è possibile dare. Il ricatto di aziende come l'
ILVA di Taranto, capaci di offrire impieghi e denaro a migliaia di persone in una zona altrimenti povera di possibilità, ma a costo di avvelenarsi, di rischiare giorno dopo giorno, di sottostare a un regime pericoloso e dominante.
Se oggi l'ILVA è sinonimo di tutto ciò, e non più un'azienda internazionale da lodare per i benefici economici che assicura, è il merito dell'impegno quotidiano di tante persone, molte delle quali costrette a sforzi immani per portare fuori dalla fabbrica la verità e farsi ascoltare. L'ILVA aveva studiato un sistema di contenimento della protesta molto raffinato, con spie e controlli costanti e con una sorta di "prigione" in cui bloccare gli impiegati scomodi.
La "
Palazzina Laf" è al centro del film d'esordio da regista di
Michele Riondino, che ne è anche protagonista e che a Taranto è nato (impegnandosi sempre molto in prima persona per le cause sociali della città). Quella Palazzina in cui venivano parcheggiati coloro che dovevano essere messi a tacere, o puniti in qualche modo: costretti a non fare nulla, per giorni-settimane-mesi, a impazzire di non lavoro, puniti per non voler abbassare la testa e non voler accettare ogni decisione.
Riondino si ritaglia il ruolo più scomodo, l'operaio colluso per interessi personali (ma quanti, al suo posto, avrebbero avuto la forza di rifiutare?), chiamato a controllare i suoi simili per compiacere il capo, un viscido
Elio Germano.
Se l'equilibrio tra il tema raccontato e le "pennellate" comiche che lo attraversano non è sempre ben dosato (si sorride in alcuni momenti dentro la struttura, tra giochi infantili e scherzi veniali), "
Palazzina Laf" una volta scelta la propria strada - quella del dramma sociale - arriva a convincere e l'idea di non puntare sullo sguardo di un eroe senza macchia è efficace, il messaggio arriva forte e chiaro per vie affatto banali.
21/10/2023, 19:00
Carlo Griseri