DIARIO DI UNO SCAVO IN SICILIA - Il 16 ottobre su
Rai Storia per "Italia, Viaggio nella bellezza".
Scavare nel passato – fianco a fianco con archeologi, storici, medici, genetisti, studenti - per “riparare” il presente e costruire un futuro. E’ un “esperimento” archeologico unico quello della campagna di scavi a Chiaramonte Gulfi, Ragusa, dove a lavorare sono stati anche alcuni ragazzi della cooperativa “Nostra Signora di Gulfi” che gestisce in affido minori stranieri richiedenti asilo e ragazzi che sperimentano un percorso di alternativa al carcere minorile. Nata da un gruppo di giovani nel 2009, a poche centinaia di metri dal Santuario della Madonna di Gulfi, la cooperativa ha da sempre avuto un intento chiaro: lanciare sul territorio progetti di forte impatto sociale. Una storia di archeologia “partecipata” e integrazione raccontata dallo Speciale “
Diario di uno scavo in Sicilia” di Amalda Ciani Cuka, con la regia Eugenio Farioli Vecchioli, in onda lunedì 16 ottobre 2023 alle 21.10 su Rai Storia per "
Italia, Viaggio nella bellezza".
Dall’area archeologica gestita dalla cooperativa – nel progetto che ha visto protagonisti anche Comune, Università di Bologna e Soprintendenza dei Beni Culturali di Ragusa - è emersa una ricchissima necropoli con oltre 230 tombe che vanno dal III al VI secolo d.C., ma anche oggetti di vita quotidiana e soprattutto una corniola, una pietra rosso-arancio a forma di rana che è diventata simbolo dell’intero progetto. “All’inizio - spiega l’archeologo siciliano Francesco Cardinale - non è stato semplice. Dovevamo spiegare ai ragazzi cosa fosse l’archeologia. Molti provenivano dall’Africa e non sapevano cosa fosse o a cosa servisse”.
Prima dell’archeologia, per i ragazzi, c’era stato il lavoro nei campi. Poi cooperazione e socialità si sono trasformati anche in recupero del patrimonio storico e culturale: “con questo tipo di rapporto che abbiamo instaurato con i privati, con la cittadinanza - spiega Antonino De Marco, soprintendente per i Beni Culturali e Ambientali di Ragusa - vogliamo raccontare anche che tutto quello che noi riusciamo a trovare negli scavi diventa patrimonio di tutti e non un luogo da ingessare per pochi, ma un luogo dove tutti possono riconoscersi e dove tutti possono disegnare uno sviluppo per il territorio”
Mentre i ragazzi scavano nel passato, parlano con gli archeologi e con gli antropologi del loro futuro. Uno sogna di fare il meccanico, un altro l’operaio, ma una cosa li accomuna: il desiderio di futuro. Così, l’archeologia ha ridefinito i suoi confini e ha scoperto, giorno dopo giorno, che la ricerca del passato può diventare progetto di integrazione, strumento di inclusione, esempio di convivenza: “Perché - sottolinea Santo Ippolito, Direttore del Centro per la giustizia minorile per la Sicilia del Ministero della Giustizia - se questi ragazzi escono e si ritrovano nello stesso ambiente dal quale sono venuti, non abbiamo fatto nulla”.
“Questo - conclude Gianvito Distefano, presidente della cooperativa “Nostra Signora di Gulfi” - e quanto io sto cercando di realizzare, per cui sto spendendo quasi tutta la mia vita. E’ l’atto d'amore che posso fare per la mia terra, per la mia Sicilia”.
14/10/2023, 07:56