FESTIVAL DEL CINEMA IBERO-LATINO AMERICANO
38 - Presentato il programma
Un'America Latina un po' più intimista, che guarda alle famiglie e alle loro dinamiche, che dà spazio ai problemi dell'adolescenza, alla salute mentale, alle solitudini urbane. Un giovane sub-continente dalle radici antiche, che continua a lottare contro le ingiustizie e che non dimentica i suoi anniversari e i suoi eroi, a cominciare dai 50 anni dal golpe contro il presidente cileno Salvador Allende. Ancora una volta, il
Festival del Cinema Ibero-Latino Americano, dal 4 al 12 novembre 2023 al Teatro Miela di Trieste, presenta tendenze e riflessioni, dando un quadro lucido ed empatico delle inquietudini contemporanee.
Ad aprire la 38ma edizione della manifestazione, il 4 novembre alle ore 20.00, nell'Aula Magna del Dipartimento di Studi Umanistici dell'Università di Trieste, La odisea de los Andes, l'unico documentario realizzato su uno degli episodi più controversi della storia dell'aviazione, diretto dal regista cileno Alvaro Covacevich, su sceneggiatura del Premio Nobel per la Letteratura Mario Vargas Llosa. Il 13 ottobre 1972, sulle Ande cilene cadde un aereo che portava la nazionale di rugby uruguayana; i 16 sopravvissuti riuscirono a vivere per 71 giorni a circa 4.000 metri d'altezza, con notti a 30 gradi sotto zero, anche grazie all'antropofagia.
I 50 anni dal colpo di Stato che mise fine alla presidenza di Salvador Allende sono ricordati in una sezione speciale, Allende: 50 anni dopo, ospitata in parte anche alla Palazzina Infopoint di Promoturismo FVG di Duino (TS). Venti documentari e lungometraggi raccontano gli anni delle speranze suscitate dal presidente cileno, non solo in Cile, e l'eredità lasciata, con i suoi ideali e il suo esempio. All'interno di questa sezione, la Retrospettiva di cinque film dedicata al regista, sceneggiatore e compositore cileno di origine dalmata Alvaro Covacevich, uno degli ultimi amici personali del presidente Allende ancora in vita. "La memoria è un esercizio a cui non rinunciamo, perché permette di recuperare il passato e combattere il negazionismo" dice il direttore del Festival Rodrigo Diaz, cileno di nascita ed esiliato dal suo Paese a causa del golpe di Pinochet. "Il cinema è uno strumento formidabile per questo, basti pensare che i due film argentini che hanno ottenuto l'Oscar, La historia oficial ed El secreto de sus ojos, parlano di memoria. Per questa ragione abbiamo voluto dedicare un'ampia sezione ai 50 anni dalla morte del Presidente Allende e a tutti i temi che portano con sé".
Si parla di memoria, di aspirazioni, di riscoperte, dell'influenza dei libri in Cinema e Letteratura, la sezione che premia le migliori trasposizioni cinematografiche delle opere letterarie e che quest'anno presenta nove produzioni, tra documentari e film di finzione, tutte realizzate negli ultimi anni.
Tra le chicche del programma, nella sezione fuori concorso di Contemporanea Concorso, c'è un curioso omaggio a Diego Armando Maradona: l'uruguayano Ad10s di Santiago Mosquera racconta il progetto di Gabriel Eloy Carrizo, che ha scritto una canzone dopo la morte del Diez ed è riuscito a mobilitare più di 150 artisti, con dieci versioni musicali, dieci videoclip, dieci opere plastiche, un disco e un libro.
Nella nove giorni della manifestazione sono previsti alcuni Eventi collaterali, che sottolineano la sua valenza culturale e il suo impegno a stabilire rapporti e dialoghi tra le cinematografie latinoamericane e il pubblico triestino. Mercoledì 8 novembre, alle ore 18.30, al Teatro Miela, il critico cinematografico Luigi Cuciniello terrà una Masterclass dal titolo Capire il cinema e l'audiovisivo nell'epoca della distrazione di massa. Venerdì 10 novembre, alle ore 9.00, alla Scuola Superiore di Lingue moderne per interpreti e traduttori ci sarà la consueta Conferenza degli ospiti del Festival, condotta dal direttore Rodrigo Diaz; quest'anno il tema sarà Il linguaggio e i contenuti del cinema latinoamericano oggi. Sempre il 10 novembre, ma alle ore 17.00, nel Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Trieste, sarà la volta della masterclass di Alberto García Ferrer, già Direttore Generale dell'Agenzia spagnola di cooperazione internazionale, intitolata Il cinema latinoamericano oggi. I nuovi linguaggi, le tematiche, la cooperazione europea.
L'appuntamento con Shalom, il sentiero ebraico in America Latina, la sezione di film a tema ebraico tradizionalmente ospitata dal Museo della Comunità Ebraica di Trieste "Carlo e Vera Wagner" la prima domenica del Festival, è stato rimandato per comprensibili questioni di sicurezza. Il pubblico potrà vedere i film previsti non appena possibile, nei prossimi mesi.
Argentina, Brasile, Cile e Messico sono i Paesi da cui provengono le 13 opere presentate nel Concorso Ufficiale. A loro si aggiunge la spagnola El universo Montesinos di Alex Quiroga, che rende omaggio al celebre stilista spagnolo Francis Montesinos per i suoi 50 anni di carriera e conta sulla presenza di figure leggendarie della scena iberica come Pedro Almodóvar e Miguel Bosé. Tanti i temi affrontati dai film della sezione, dalla ricerca di giustizia delle sorelle di Silvia Filler, il cui assassinio diede il via al movimento studentesco argentino, negli anni '70 (La memoria que habitamos), alle difficoltà di un adolescente rimasto senza famiglia (l'argentino Rinoceronte). Dalla critica al sistema sanitario implicita nella storia di Ada, colpita da un fulmine (l'argentino Impactados), ai danni dell'estrazione dell'oro in una piccola comunità del Parà, in Brasile (A margem do ouro). Storie di donne forti e coraggiose tra Brasile e Messico: Inventário de imagens perdidas immagina un futuro distopico in un Brasile avviato verso la guerra civile, Cazadora racconta la storia di Emilia e suo figlio Mateo, sopravvissuti a una pandemia, e l'arrivo della misteriosa Rena, che cambierà le loro vite. Ancora donne, in cerca di se stesse e del proprio posto nel mondo in due film cileni, El retrato de ella e Las coordenadas de la indeferencia. Si torna all'infanzia nel messicano El reino de Dios, in cui il piccolo Neimar aspetta con ansia la sua Prima Comunione, fino a quando un evento gli porterà via l'innocenza, ed è di nuovo un arrivo misterioso a cambiare la vita di una famiglia confusa in Todo lo iguana que se puede. Ancora Messico e adolescenza, con le prime prove dell'amore in Trigal, mentre nel cileno-argentino El castigo, due genitori cercano il figlio perso in due minuti di disattenzione.
I 14 film di Contemporanea Concorso sono un caleidoscopio sulle anime dell'America Latina, da quella intimista a quella militante. Ritratti di chi non si stanca di percorrere il mondo in cerca di giustizia, con risultati dolceamari (l'argentino Bronca e l'ecuadoriano Guañuna), e di chi continua a lottare contro le disuguaglianze (il cileno- belga Que no me roben los sueños e il colombiano ¡Sí se puede! - sindicalismo en Colombia) o contro il destino, per affermare i propri sogni (il cileno-tedesco El arte de perder). Città che entrano nell'anima, anche di grandi architetti come Le Corbusier (Plan para Buenos Aires), e che sono teatro di grandi amori e vendette, come Rosario, la Chicago d'Argentina (l'argentino El paraíso). E poi storie di solitudini urbane (i messicani Un mundo raro e Mundos cósmicos) e di fari destinati a essere abbandonati (lo spagnolo Los últimos fareros). E tante storie, felici e infelici, di donne. L'argentino Julia no te cases, che "racconta la storia di una donna che si sposò, nonostante i tanti dubbi, e non si stancò mai di cercare la propria felicità" secondo la sinossi; il documentario Expuesta, che rivela lo straordinario archivio fotografico di Andy Cherniavsky, una delle fotografe più apprezzate dell'Argentina e dell'America Latina; Umbral, che segue alcune donne in menopausa, per ripensare quel periodo della vita femminile; La mujer de estrellas y montañas, che rende giustizia a Rita, una donna rarámuri chiusa in un ospedale psichiatrico del Kansas fino a quando le autorità non hanno capito che lingua parlasse.
30/10/2023, 13:44