Note di regia di "Girasoli"
Girasoli non è una storia che parla di follia, né racconta i manicomi così come siamo stati abituati a vederli. È la storia di un amore impossibile, che nasce per caso tra le mura di un ospedale psichiatrico e sopravvive fino ad oggi, impresso nella carta e nella memoria. Lo raccontiamo affinché il manicomio non rimanga solo un luogo di sofferenza e reclusione, ma possa sopravvivere in una storia. Quella di Anna e Lucia. Per sempre. Come opera prima ho sempre desiderato cimentarmi in un film con i bambini. Li ho sempre amati e sono sempre rimasta affascinata dalla loro purezza, dal loro modo di interagire e soprattutto da come vedono il mondo. Il mio percorso di vita l’ho iniziato dentro una sorta di orfanotrofio in Romania, dove sono nata. Nonostante sia stata recuperata dai miei genitori, sono comunque cresciuta “da sola”, insieme a mia sorella e in mezzo alla giungla di bambini del mio quartiere. Un tema molto importante che è subentrato nella mia crescita è quello della follia, un tema che mi ha affascinato moltissimo nonostante provassi molto dispiacere per la persona che si trovava in cura, la sorella di mia madre, una figura cruciale della mia crescita. Il desiderio di unire il mondo della follia e il mondo dei bambini mi ha portata, nelle varie ricerche che ho fatto, a scoprire una realtà assurda, un mondo feroce: il manicomio dei bambini. Una discarica di vite difficili, o rifiutate. La loro reclusione si è protratta fino ai primi anni settanta, quando le mura dell’istituzione manicomiale hanno cominciato a sgretolarsi grazie alla legge Basaglia. Girasoli è la storia di Lucia e Anna. Una storia che racconta dell’amore che nasce nonostante tutto, pieno di contrasti e di drammaturgia, di bruttezza estrema, del bellissimo, della pietà e dell’odio di cui i manicomi traboccavano. Il frenetico sviluppo del paese degli anni cinquanta si era spento da tempo, ma da quelle lande estreme non è mai passato. Nei manicomi tutto è rimasto fermo, la violenza esercitata è rimasta uguale nel tempo. E uguali nel tempo, anche il disagio e la sofferenza. Girasoli è il “silenzio” della gabbia senza tempo. Una prigione in cui tuttavia riesce ancora, grazie al rapporto tra Lucia e Anna, a penetrare uno sprazzo di luce.
Catrinel Marlon