Note di regia di "Dallamericaruso. Il Concerto Perduto"
Il ritrovamento delle riprese integrali del concerto di Lucio Dalla a New York del marzo 1986 ha consentito di fare due operazioni narrative. Da un lato rigenerare quel documento usando le nuove tecnologie digitali e trasformare immagini e suoni in un materiale che, per resa qualitativa, fosse assolutamente all’altezza degli standard visivi e acustici contemporanei. La meravigliosa musica di Dalla, ascoltata in ambiente Atmos, restituisce con una forza paradossalmente inedita la bellezza del repertorio del cantante bolognese. Per il resto, come si fece per il film su De Andrè, abbiamo rievocato con riprese originali due momenti di quella fortunata stagione di Dalla. La genesi del brano “Caruso”, con il quale fu completato l’album registrato dal vivo negli Usa, e la natura gioiosa di quella tournée. Nel primo caso siamo tornati a Sorrento, dove Lucio ebbe l’ispirazione per la composizione di un brano che è entrato nella storia della musica mondiale. Abbiamo ritrovato i luoghi nei quali lui ha maturato la convinzione, forse l’illusione, poetica che è alla base del testo. Abbiamo ascoltato chi gli raccontò per primo la leggenda che accompagna gli ultimi giorni della vita di Caruso nell’Hotel Vittoria della città campana, Angelo Leonelli. Abbiamo riportato nella stanza in cui Lucio scrisse il brano la ragazza che allora assistette a quella creazione, Angela Baraldi. In questa parte del documentario, che si alimenta anche di una versione inedita del brano girata da John Turturro, abbiamo viaggiato in una dimensione poetica, quasi di fiaba. Più realistico il racconto del viaggio americano, con le testimonianze dei protagonisti principali, a cominciare dagli Stadio che lo accompagnavano nel concerto. Concerto che si svolse in uno dei templi del jazz, il Village Gate. Abbiamo raccontato Lucio Dalla, non solo con l’affetto che nasce da un’antica amicizia personale, ma con la convinzione che il repertorio che ascolteremo, integrato dalla bellezza di “Caruso”, sia un modo per narrare anche uno dei momenti più belli e intensi della “golden age” della musica d’autore in Italia.
Walter Veltroni