LA CHIMERA - Tra magia e neorealismo
Per fortuna in Italia ci sono ancora registi ed autori che ci fanno sentire di nuovo all’altezza dei nostri immortali Pasolini, Fellini e Rossellini; una di questi è oggi
Alice Rohrwacher con il suo film "
La Chimera". Ambientato in una Tuscia metafisica e lontana dalla città, siamo negli anni’80, in un gruppo di tombaroli che battono campagne e coste per trafugare reperti etruschi, per poi rimetterli sul mercato illegale. Tra loro c’è Arthur, spilungone, silenzioso ragazzo inglese che ha il dono di trovare le tombe, come un rabdomante.
Colpisce subito del film la scelta della pellicola e del formato, nel quale si alternano spezzoni in quattro terzi con il normale standard cinematografico. La grana dell’immagine e la patina della fotografia rimandano a quella che oramai può essere considerata una trilogia della regista, che ci aveva già affascinato con "
Le Meraviglie" e "
Lazzaro Felice". Anche nei film precedenti la Rohrwacher indagava il rapporto col passato; il sogno, la spiritualità che si scontrano con la storia, sempre all’interno di una natura magica e reale allo stesso tempo. Il cast questa volta è internazionale, abbiamo il bravo "
Josh O’Connor", super star della serie "
The Crown", "
Isabella Rossellini", nei panni di un’acciaccata insegnante di canto e la bella e particolarissima
Carol Duarte. Il film osa molto anche sullo sperimentare inquadrature rovesciate, inconsueti movimenti di camera durante le “crisi” di Arthur, ma ha nel complesso un andamento classico con un sapore quasi pasoliniano. La sceneggiatura è solida e porta lo spettatore fino alla fine della storia con una dolcezza infinita. Da segnalare la scena della festa nella balera in riva al mare, con la successiva scoperta di una tomba, momento visivo e registico altissimo, nel quale si mescolano sogno, ruvidezza del reale ed impegno ambientalista. La figura di Arthur funziona molto bene con i suoi silenzi ed i suoi momenti di rabbia, all’interno di una compagnia di delinquenti tombaroli, imbranati e scalcinati che sembrano usciti da un film di Sergio Citti.
Da segnalare anche il cameo di
Alba Rohrwacher, inserita in una parte all’interno di una scena che ribalta completamente l’ambientazione e l’atmosfera della Tuscia, dove eravamo immersi fino ad ora. Ne "
La Chimera", si sente il vento, il mare, si sentono i fantasmi chiusi nelle tombe etrusche, ci sono le centrali a carbone che nascondono sotto la magia della Cibele di Etruria decapitata. Ottimo il lavoro sulle location, la stazione di Riparbella abbandonata e rimessa ad abitazione dalla famiglia di Italia è un capolavoro di neo realismo magico.
26/11/2023, 15:10