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TRIESTE FILM FESTIVAL 35 - Presentato "50 anni di CLU"


TRIESTE FILM FESTIVAL 35 - Presentato
Cos’è un’impresa sociale? La risposta oggi sembra automatica, basta quotare la normativa che dal 2017 disciplina “gli enti privati impegnati in via stabile e principale in un'attività d'impresa di interesse generale, senza scopo di lucro e per finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale”. Cinquant’anni fa, però, l’impresa sociale non esisteva in Italia, né tantomeno c’era percezione della sua funzione dirompente. È nata nel 1972 la prima impresa sociale italiana, probabilmente la prima al mondo: nella Trieste di Franco Basaglia chiamato a dirigere l’Ospedale psichiatrico cittadino. Con la sua squadra Basaglia aveva iniziato a smontare le regole oppressive che disciplinavano la vita dei pazienti, per avviare un processo di reintegrazione sociale capace di restituire a ciascuno la piena dignità di cittadino. Ma la strada per la riabilitazione psicosociale degli internati nell’ospedale psichiatrico passava anche, e soprattutto, attraverso il riconoscimento dei pieni diritti di lavoratore: così, il 16 dicembre 1972, dopo un difficile iter burocratico e un complesso confronto con le istituzioni e il tribunale, nasceva ufficialmente a Trieste la prima cooperativa sociale al mondo, CLU Cooperativa Lavoratori Uniti Franco Basaglia, costituita da 28 soci: accanto a 16 pazienti dell’ospedale psichiatrico, come tali privi di diritti civili e politici, figurava un drappello di medici, infermieri, sociologi e psicologi. Da allora, in migliaia di luoghi in Italia, migliaia di cooperative sociali – oltre 20.450, secondo stime dell’ottobre 2023 - fanno impresa, tutti i giorni, per tenere insieme lavoro, dignità, relazioni tra le persone.

Nel 2024 che festeggia il centenario della nascita di Franco Basaglia (11 marzo), CLU Cooperativa Lavoratori Uniti Franco Basaglia per la prima volta racconta la sua storia in un documentario diretto dalla regista Erika Rossi, "50 anni di CLU", che si presenta in anteprima assoluta a Trieste Film Festival sabato 20 gennaio, alle 16 al Teatro Miela. Sarà successivamente proiettato proprio in occasione delle celebrazioni per i 100 anni della nascita di Franco Basaglia, il 15 marzo 2024, nel comprensorio dell’ex Ospedale Psichiatrico e in ulteriori sedi, per ricordare la portata di una rivoluzione scientifica che ha messo la persona e i suoi diritti al centro della cura. Scritto con il giornalista e autore Massimo Cirri - che nel film è Cicerone d’eccezione all’avventura di CLU - il documentario, frutto del lungo impegno di Erika Rossi intorno alla rivoluzione scientifica di Basaglia alla quale ha dedicato altri tre film, ci proietta fra gli anni ruggenti della fondazione della Cooperativa Lavoratori Unti e un presente che rinnova ogni giorno l’eredità e le aspettative della nascita di CLU.

Prodotto da Ghirigori, realizzato con la fotografia di Daniel Mazza e il montaggio di Beppe Leonetti e con le musiche della Max Maber Orkestar, "50 anni di CLU", presentato il 16 gennaio 2024, ripercorre la storia della Cooperativa dalla nascita a oggi, condensando in un’ora i suoi 50 anni di attività e la sua missione di restituire dignità a percorsi di vita sofferti e non lineari, dando ai propri soci l’opportunità concreta di reinserirsi come cittadini attivi nella società attraverso il lavoro. Parlano via via nel documentario anche Augusto Debernardi, Giovanna Del Giudice, Peppe Dell’Acqua, Franco Rotelli, Michele Zanetti, Gigi Bettoli, Fabio Pitucco, Roberto Colapietro, Ivan Brajnik, Luis Carlos Candelo, Franco Zanin, Sabrina Domanelli, Garina Oprea, Gioia Poffo, Francesco Trombetta, Mario Cerne, Carmen Roll, Donatelle Grizon, Alessandro Martellos, Luisa Russo, Gianluca Rampini, Marco Nicola, Genziana Polacco, Dagmar Trinajstic, Maria Marian, Mario Stanovich, Diego Doronzo, Alberto Pecorari, Pasqualino Galdo e Gian Luigi Ramos.

Già regista di "Trieste racconta Basaglia" (2009), "Il viaggio di Marco Cavallo" (2014) e "La città che cura" (2012). Erika Rossi firma con questo film il racconto di una delle realtà più interessanti e meno conosciute nate in seno alla Trieste di Franco Basaglia, in quella «fucina di libertà, possibilità e idee nuove che fu l’ex Ospedale psichiatrico a partire dagli anni Settanta. Non solo 50 anni fa i malati ritrovarono la loro identità in quanto persone – spiega la regista- ma rivendicarono il più sacrosanto dei diritti: quello del lavoro, che è quanto più contribuisce a definire le persone nel consesso sociale». Testimone attento di questa grande storia di cambiamento, Massimo Cirri osserva che "la storia della CLU ci riguarda tutti, in un mondo che non sembra mai considerare gli ultimi come una risorsa. È una storia che non è ancora finita, con protagonisti da conoscere e ascoltare, perché dimostrano che cambiare il mondo è ancora possibile, un po’ alla volta, giorno per giorno".

Nicoletta Romeo, Direttrice di Trieste Film Festival, dichiara: «siamo felicissimi di poter presentare in anteprima assoluta il nuovo lavoro di Erika Rossi, un’autrice da sempre attenta alla socialità e ai diritti di quell’umanità dolente che popola tutti i suoi documentari dedicati all’universo basagliano».

Ivan Brajnik, presidente della CLU Cooperativa Lavoratori Uniti, ricorda: "all’inizio degli anni ’80, CLU integra la sua denominazione con il nome del suo promotore, Franco Basaglia. La Cooperativa cresce e si sviluppa sperimentando l’apertura di nuovi settori, nuove opportunità di inserimento socio-lavorativo per persone fragili. Attraverso questo film vogliamo restituire la realtà che di giorno in giorno affrontiamo con attività che danno risposta ai problemi di natura sociale, inclusione, sostegno e di accompagnamento nei momenti difficili che le persone spesso percorrono. Essere cooperativa sociale e insieme impresa soggetta alle regole del mercato è una sfida complessa, che CLU affronta quotidianamente, laddove l’economia intreccia l’obiettivo della qualità della vita con lo sviluppo locale. Dare fiducia alle potenzialità di ogni singolo individuo, senza discriminazioni e pregiudizi, porti grandi risultati".

Alla presentazione sono intervenute anche due autorevoli voci dell’equipe storica di Franco Basaglia, primo fra tutti lo psichiatra Peppe Dell’Acqua, che ha ricordato la svolta epocale di un’impresa fondata da "persone che non avevano alcun diritto figuriamoci di scioperare per due giorni rivendicando il proprio ruolo di lavoratori e non semplici pazienti della “ergoterapia". E la psichiatra Giovanna Del Giudice ha sottolineato l’importanza di "un film che sa parlare all’oggi, per ricostruire il diritto alla cittadinanza, ad una vita piena anche se con problemi di salute mentale: questo l’elemento costituente della cooperativa e di tutto il processo basagliano di allora, ma anche nel percorso di cura oggi. Le cooperative sociali oggi non devono perdere la loro capacità di produrre benessere individuale e collettivo".

16/01/2024, 19:49