IL DIAVOLO E' DRAGAN CYGAN - Parla Ivan Boragine
Ivan Boragine è uno dei protagonisti del film "
Il Diavolo è Dragan Cygan" di Emiliano Locatelli: interpreta Fabrizio, un poliziotto legato al mondo del crimine ma ricco di sfumature e complessità.
Come hai conosciuto Locatelli?
Con Emiliano ci siamo conosciuti su altri set e abbiamo lavorato insieme in un corto da lui diretto, "Solamente tu". C'è stata da subito una sinergia particolare ed è nata un'amicizia, una stima umana e professionale, la voglia di lavorare su progetti nuovi. Quando ha scritto la sceneggiatura del suo film d'esordio, questo, mi ha proposto subito un ruolo specifico, quello di Fabrizio: appena l'ho letta ho subito intravisto quello che sarebbe potuto diventare il personaggio.
Ci siamo confrontati spesso sul lavoro attoriale, lui sa come approccio io i personaggi: mi piace poterci giocare tanto, quello di Fabrizio era l'unico con cui si poteva effettuare questo lavoro, è pieno di contraddizioni, di dualismi nei dualismi, sempre sul filo del rasoio, tra buio e luce, sentivo che potevo esprimermi al meglio.
Che personaggio è il tuo Fabrizio? Come ci hai lavorato?
Vado a fondo, iniziando dal nome, l'età, poi inizio a fare domande a me stesso sul personaggio per far fuoriuscire più informazioni possibili: dai miei studi in accademia ho imparato che per averne un'idea più chiara devo riuscire a fare al personaggio oltre 100 domande, le più svariate, anche domande scomode.
Poi ci ho messo un po' di me stesso, è la base del nostro lavoro: non possiamo estraniarci del tutto, la mia carne e le mie ossa hanno il mio vissuto: anche se non ho mai fatto il poliziotto o mai fatto quelle azioni, ho cercato qualcosa che si potesse avvicinare a lui che venisse dal mio personale.
Un film di genere a bassissimo budget: come lo avete realizzato?
E' un tipo di cinema per cui in questo momento storico una vera economia non c'è, il pubblico nel tempo si è un po' allontanato dai film di genere, anche se questo è un po' un mix con il cinema d'autore.
Come gruppo, anche con un budget molto limitato, ci abbiamo messo tutta la dedizione possibile, ci abbiamo messo - tutti, cast e troupe - cuore, anima, cervello, corpo e altro ancora. Pur con le pecche inevitabili, ci siamo riusciti.
Nello specifico, io ho cercato l'ispirazione in modelli alti, a livello estetico e di comportamenti del personaggio ho pensato molto al commissario Serpico interpretato da Al Pacino, ma anche a Edward Norton, tra i miei attori preferiti, che spesso ha dato vita a personaggi conflittuali.
Come è andata sul set con gli altri attori?
Conoscevo tutti da prima, alcuni erano già miei amici. Con Enzo Salvi in particolare avevamo già lavorato, proprio nel corto di Emiliano: tolta la maschera dark del suo personaggio (la sua prova secondo me è davvero notevole) era sempre pronto a strapparci una risata.
Tra Gomorra, televisione e altri progetti, a che punto della tua carriera sei arrivato?
Sono arrivato, al momento attuale, a potermi permettere di decidere cosa voglio fare, entro certi limiti ovviamente. Non voglio più stare lì a dover accettare "la qualsiasi" pur di lavorare, non voglio perdere l'essenza del mio desiderio di recitare: il mio obiettivo non è apparire o diventare ricco, ho iniziato per il fuoco sacro che mi brucia dentro, la necessità di raccontare.
Accetto ruoli, piccoli o grandi che siano, quando mi danno qualcosa. Amo lavorare sul filo del rasoio, ma anche sperimentare la commedia, che per anni non ho potuto fare. Poi vorrei fare uno di quei cattivi crudeli, ma in generale amo spaziare e poter raccontare quante più storie possibile.
12/03/2024, 15:08
Carlo Griseri