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FABBRICANTE DI LACRIME - "Spero di non deludere i fan"


Dal 4 aprile il film tratto dal libro campioni di vendite prodotto da Usai e Straffi: lo racconta la sceneggiatrice Eleonora Fiorini


FABBRICANTE DI LACRIME -
Eleonora Fiorini
"Fabbricante di lacrime", attesissima trasposizione dell’omonimo romanzo di Erin Doom, uno dei più importanti casi letterari degli ultimi tempi, è su Netflix dal 4 aprile.
Diretto da Alessandro Genovesi, è interpretato da Caterina Ferioli (Nica) e Simone Baldasseroni (Rigel), ma anche da Nicky Passarella (Billie) e Alessandro Bedetti (Lionel). La sceneggiatrice Eleonora Fiorini ci presenta il progetto: "Lo ammetto, in attesa della risposta dei fan sono terrorizzata, spero di non deluderli!", ci confida.

"Scrivere un film è sempre una sfida, bisogna soddisfare i committenti, questo lavoro è sempre come un esame: tu scrivi e poi produttore e rete devono apprezzare, ma hai anche sempre paura di aver male interpretato il testo di partenza... In questo caso mi hanno chiamato per sceneggiarlo e quindi ho letto il libro, prima però ne avevo già sentito parlare da mia figlia. L'ho letto, o meglio studiato: l'autrice è giovane, energica, piena di entusiasmo, il libro è stato scritto di getto e contiene una verità che mi ha colpito ed emozionato".

Come è stato lavorare a questo progetto?

"Non è stato facile trasformarlo in sceneggiatura, è molto più denso, bisognava tenere tutto ciò che i fan amavano ma dovevo anche sintetizzarlo in un film! Se penso che c'è gente che ha le frasi del libro tatuate addosso sento molta responsabilità. E' stato un lavoro collettivo, sono abituata a lavorare così: di solito mi capita di dover allungare un libro per farlo diventare una serie, quindi devo aggiungere, qui invece dovevo condensare ma sempre rispettando autrice e lettori. Tagliare fa sempre più paura, temi sempre di eliminare la cosa più importante... per questo servono 200 occhi! Ti deve piacere il romanzo e poi devi trovarci un significato tuo, oltre a valorizzare altri significati che sono in nuce nel testo originale".

Ci sono stati dei "paletti" imposti dalla produzione?

"Beh sì, il libro è molto letterario, ci sono frasi molto a effetto che ti coivolgono ma sono tanto 'scritte', è stato difficile adattarle, mantenere quell'atmosfera anche in dialoghi che fossero un po' più realistici per il film".

Quale pensa siano state le differenze nel lavorare a questo film?

"Ogni cosa è diversa, anche se cerchi sempre qualcosa di te in quel che scrivi. Io ho l'attitudine a fare serie lunghe, anche se ho cominciato con il cinema. Le regole narrative però sono universali. In questo caso è stato molto utile avere accanto anche in una fase di scrittura Alessandro Genovesi: l'occhio del regista è fondamentale, è stato molto utile per trovare la sintesi su alcune cose che stavo sviluppando. Ammetto che avevo un po' la tendenza ad allargarmi, il libro è pieno di spunti e di idee!".

Qual è il suo processo di lavorazione nei film?

"Il regista accanto anche quando lavoro sulle serie cerco sempre di averlo, se è possibile: è la cosa più sana per me, magari se potessi vorrei lavorare anche con gli attori. Gli sceneggiatori andrebbero coinvolti anche nella fase successiva alla scrittura, possiamo essere d'aiuto, conosciamo i personaggi più di ogni altro. La nostra figura non viene quasi mai citata, ed è un problema, anche se a volte penso che il pubblico si deve identificare in attori e volti e pensare che c'è qualcuno dietro a quelle parole potrebbe essere disturbante...".

Altri progetti futuri?

"C'è una serie per Banijay di cui ho fatto anche i sopralluoghi, per ottimizzare il lavoro e aiutare la scrittura: ci fosse sempre questa possibilità le serie avrebbero qualità migliore, in generale! Una serie con Anna Valle diretta da Giulio Manfredonia, scritta con Davide Sala con cui lavoro tanto. E poi c'è una serie con Lunetta Savino e Matteo Martari per la Rai, su una magistrata: è stato necessario un grande lavoro di ricerca, che ho condotto con il collega Mauro Casiraghi".

04/04/2024, 10:25

Carlo Griseri