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IL CASSETTO SEGRETO - Intervista a Costanza Quatriglio


Il cassetto segreto, il nuovo film di Costanza Quatriglio, è prodotto dalla torinese Indyca e con il sostegno, tra gli altri, di Film Commission Torino Piemonte


IL CASSETTO SEGRETO - Intervista a Costanza Quatriglio
Costanza Quatriglio
Tappa torinese lunedì 22 aprile, alle ore 20.30, al Cinema Fratelli Marx, per il tour che la regista Costanza Quatriglio sta realizzando per presentare il suo ultimo documentario, "Il cassetto segreto". Un lavoro molto personale, che racconta la vita e il lavoro di suo padre Giuseppe, firma storica del Giornale di Sicilia, che attraverso la riscoperta di un archivio privato diventa universale.

Lo spunto di partenza del progetto, viene spiegato all'inizio del documentario, è il lavoro dedicato alla biblioteca e all’archivio di suo padre iniziato nel gennaio 2022 in vista della donazione effettuata in favore della Regione Siciliana. Ma esiste anche un archivio video da lei girato prima, come era nato quello?

Nel 2010 ho iniziato a filmarlo per farlo parlare del suo lavoro e delle sue avventure in lungo e largo, volevo appropriarmi di questi racconti. Filmandolo ho sentito che c'era la grande mediazione della videocamera ed era interessante, pian piano si apriva e diventava complice, è stato un momento moltoforte. Ma non pensavo di farne un film, erano riprese fatte senza una chiara destinazione.

E poi nel 2022 l'occasione è capitata.

Sì, quando la nostra casa è stata "abitata" dagli archivisti, che toccavano tutto, ho filmato per avere qualcosa che mi rimanesse di questo passaggio definitivo, della casa stessa e mio, io stessa mi sarei trasformata dopo quell'esperienza. Ti spogli di qualcosa ma entri in connessione con l'esterno, dando un archivio personale al pubblico, e filmando filmando, cammin facendo, è venuto il desiderio di fare un film.
Emergevano tesori, vite, c'erano supporti diversi, audiocassette, bobine, un infinito materiale documentale, libri con dentro altri documenti... un vero pozzo di San Patrizio, continuavano a uscire fuori nuove cose!

C'è stata anche qualche scoperta sorprendente?

Non mi aspettavo un suo certo amore per il cinema, che lo aveva anche messo in gioco: ho scoperto che aveva fatto piccole riprese di corti a soggetto e non lo sapevo, erano gli anni '60, sono piccoli esperimenti in pellicola, ho trovato alcune bobine.
Una cosa sola so invece di non aver trovato, un negativo fotografico di fine anni '40, dopo la lavorazione del film "Vulcano", uno scatto suo di Anna Magnani con il cane a figura intera, che era stata pubblicata ma di cui non si è trovato alcun negativo...

Una scelta sempre delicata in questi casi per chi fa documentari è limitare, o meno, l'intervento diretto: qui lei è molto anche davanti alla macchina da presa.

Non è una scelta fatta da subito, non me lo sarei mai immaginato, è accaduto per esigenze narrative. Quando ho avuto in casa una piccola troupe per filmare lo spazio, ho capito che io non potevo non esserci in quello spazio, ne ero abitante, dovevo fare una riflessione sbugiardando in qualche modo le regole della messa in scena.
Ho cercato quindi di mettere in scena me stessa che maldestra cerco di raccontarlo, l'impossibilità di farlo. Il cinema mette in crisi, è il suo potere trasformativo. E di certo non mi aspettavo di esserci così tanto.

Dai primi confronti con il pubblico che reazioni sta registrando?

Sento che le persone amano il film, ne colgono aspetti diversi, chi più intimo chi più collettivo, chi più divertito e chi più melanconico. In generale mi dicono che è film sulla vita, il divertimento e il gioco si sentono molto e sono ciò che mi ha mosso, ho fiducia che il passaparola porti il pubblico in sala.
A Torino sono molto affezionata, la amo molto, il Torino Film Festival è stato fondamentale per molte tappe importanti del mio percorso, è una città familiare per me. Mi auguro che questo abbraccio si possa riverberare nella sala.

E ora in che direzione va il cinema di Costanza Quatriglio?

Non so cosa mi aspetterà, ho un paio di progetti di finzione a cui tengo molto. Posso augurare a me stessa di sentirmi altrettanto libera e di divertirmi come ho fatto qui. Spesso a fare i film belli ci si diverte, credo sia fondamentale.

21/04/2024, 10:00

Carlo Griseri