SEI FRATELLI - Se un testamento ti cambia la vita
Al quarto film dietro la macchina da presa,
Simone Godano alza il tiro e sceglie la strada della commedia sofisticata alla francese per raccontare le dinamiche familiari e gli incroci psicologici di personaggi sull’orlo di una crisi di nervi.
In
Sei fratelli- prodotto da Groenlandia e Rai Cinema e dal 1 maggio nelle sale distribuito da 01- si comincia con il suicidio di un padre malato e spesso assente (Gioele Dix che riesce a rendere calda ed emozionante anche la voce fuori campo) e con la lettura del testamento che annuncia la prima sorpresa: ai cinque fratelli (Riccardo Scamarcio, Adriano Giannini, Gabriel Montesi, Claire Romain e Mati Galey) nati da tre madri diverse si aggiunge davanti al notaio Luisa (Valentina Bellè), nata da una relazione extraconiugale di 30 anni prima e rimasta sconosciuta alla famiglia finora.
E se l’eredità consiste in un allevamento di ostriche a Bordeaux trasformato in coltura delle perle (ma ne ha prodotta solo una…) unito a 570.000 euro di debiti ecco che quella settimana francese di gruppo trasformarsi in una resa dei conti affettiva dove volano stracci e segreti. Con quei fratelli coltelli che rivelano debolezze e solitudini mentre rimpianti e rimorsi si affollano.
Un bell’esempio di commedia drammatica ben scritta (soggetto e sceneggiatura di Godano e Luca Infascelli) e ottimamente interpretata da un cast affiatato (c’è anche Linda Caridi nei panni della moglie rubata anni prima da Scamarcio a Giannini, il fratello buono) che stempera nei sorrisi situazioni nelle quali non è difficile identificarsi.
“Volevo fare un film su una famiglia nutrita da non detti e segreti” dice il regista di Moglie marito e Marilyn ha gli occhi neri “Sei fratelli parla di persone sole e non realizzate e di rapporti umani universali. Ho avuto la fortuna di trovare otto magnifici attori con i quali si è instaurato un rapporto arte-vita molto proficuo per la realizzazione”.
“Io ho un solo fratello e i miei genitori stanno insieme da 53 anni ma col passare del tempo mi sono reso conto di quante famiglie allargate ci siano ai giorni nostri, di quanti fratelli che parlano del fratello di mio fratello o la madre di mio fratello”.
“Volevo che il film avesse un andamento discontinuo” continua Godano “un po’ come questi fratelli in conflitto e che avesse una luce atipica, nord europea, morbida (il direttore della fotografia è Guillaume Deffontaines ndr), una luce che fosse un po’ lo specchio dello stato d’animo dei protagonisti che si muovono dalla commedia al dramma”.
A chi gli chiede un paragone con i conflitti familiari alla Muccino il regista risponde “Sono molto diverso per stile dal suo cinema anche se lui è un maestro in questo genere di film. Infine il parere autorevole di Gioele Dix, padre di tre figli con madri diverse anche nella vita.
“Viviamo in un’epoca in cui i padri sono sotto osservazione e quelli autorevoli sono in crisi. Le madri hanno cambiato atteggiamento negli anni ed è difficile riuscire a trovare la chiave giusta per essere un buon genitore. Mio padre non è stato mai un mio amico e credo che andando avanti, con gli altri figli sia più facile trovare la strada giusta e riuscire a svelarsi un po’ di più”.
22/04/2024, 08:18
Claudio Fontanini