Note di regia di "Noelle in Nessun Posto"
Nonostante sia una ragazza cresciuta nel Nord Italia, mi sono sempre sentita molto più marchigiana che brianzola. Tolentino (MC), il paese dei miei genitori, è sempre stata per me molto più casa mia che il mio paese. Vedere l’impatto dei terremoti del 2016 e 2017 su mia nonna in particolare è stato per me molto difficile. Ha dovuto lasciare quel posto che conosceva da sempre e che le dava sicurezza, e, avendo 93 anni, questo ha avuto un enorme impatto anche sul suo invecchiamento.
I personaggi che ho scelto per raccontare la storia di “Noèlle: in nessun posto” sono simbolici del tema che il documentario esplora. Per ognuno di loro, la casa che hanno perso aveva un significato differente e ora che la ricostruzione sta iniziando, sono tutti ad un punto diverso di essa.
Le storie di queste persone simboleggiano perfettamente il modo in cui una casa sia molto di più di solo quattro pareti che ci proteggono, come possa essere lo scrigno in cui custodiamo i nostri ricordi e come allo stesso tempo siano i ricordi stessi a renderla casa. A causa dei terremoti del 2016, molto persone, specialmente a Tolentino, hanno perso il luogo in cui vivevano e si sono trovati a dover traslocare di appartamento in appartamento cercando di costruirsi una nuova vita. Tuttavia, non è solo il posto in cui viviamo ad essere importante, ma tutto ciò che contiene, il suo significato per noi. Ogni angolo di quella casa ci ricorderà di qualcosa del nostro passato o magari del futuro che stavamo pianificando. In questo caso, è come se con il terremoto non si siano sgretolate solo pareti ma anche i ricordi in essi racchiusi.
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Noèlle: in Nessun Posto” non ha l’aspirazione di risvegliare le istituzioni nel velocizzare la ricostruzione, ma piuttosto di raccontare la forza e la dignità con cui questa popolazione ha resistito in questi anni, perché per molti di loro, la dignità è tutto ciò che gli resta.
Clara Pazzaglia