Note di regia di "Made in Dreams"
Cos’hanno in comune Walt Disney, il Golden Gate Bridge e il Piano Marshall? Lo stesso
banchiere italiano.
Dentro la storia di Amadeo Peter Giannini c’è tutto il senso del suo tempo e paradossalmente anche del nostro: l’incertezza per il futuro, la sfiducia nei sistemi di credito costruiti da e per i potenti, gli ostacoli di una quotidianità sempre più divisiva. Ma c’è anche e soprattutto qualcosa che forse oggi abbiamo purtroppo messo da parte: l’importanza di una visione etica del sistema bancario e il potere straordinario dei sogni per costruire insieme un mondo migliore.
Amadeo Peter Giannini è davvero l’uomo che ha permesso a milioni di migranti di vivere il Sogno Americano e di costruire l’America così come la conosciamo oggi.
All’inizio pensavamo di avere a che fare con una storia del passato e di mettere insieme i pezzi recuperando qualche materiale di fortuna. Invece ci siamo trovate a girare negli spazi dell’Academy, a stringere tra le mani l’Oscar di Frank Capra e ad essere adottate dai discendenti della comunità italiana in America. Agricoltori, poliziotti, medici e ristoratori, tutti legati da un filo comune: la stretta di mano di Amadeo Peter Giannini che ha permesso alle loro famiglie di iniziare una nuova vita. Molti conservano ancora incorniciati i documenti del primo prestito: la promessa nero su bianco di un futuro migliore.
Made in Dreams è un film diverso dal solito e riflette la straordinarietà del nostro viaggio alla riscoperta di un connazionale ingiustamente dimenticato.
Da un lato la ricostruzione storica e biografica, dalla migrazione italiana oltreoceano alla Corsa all’Oro e al terremoto di San Francisco, passando attraverso la Grande Depressione, la Seconda Guerra Mondiale e il Piano Marshall; dall’altro, le storie vere degli italoamericani che ancora oggi riconoscono alla visione rivoluzionaria di Giannini il merito di aver costruito una società più giusta.
Il tutto è stato possibile grazie ai preziosissimi materiali di repertorio assolutamente inediti provenienti dall’Academy, dalla Library of Congress, il Bison Archives, l’Istituto Luce e dagli archivi personali delle famiglie. Ma anche e soprattutto, grazie a un imbonitore moderno d’eccezione come Giorgio Cantarini (La Vita è Bella, Il Gladiatore) che nel film è Dago, lo stereotipo dell’immigrato italiano negli Stati Uniti. Cantarini, infatti, è il narratore che conduce lo spettatore alla riscoperta di un’America forse dimenticata, quella dei sogni.
Valentina Signorelli e "
Cecilia Zoppelletto"