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LUCA COMERIO & C - Al MIC i manifesti storici in esposizione


LUCA COMERIO & C - Al MIC i manifesti storici in esposizione
Il MIC – Museo Interattivo del Cinema fino al mese di ottobre, dedica un’area espositiva ai manifesti cinematografici della Luca Comerio & C, autentici pezzi d’arte. I manifesti esposti, rappresentano un esempio del periodo d’oro della cartellonistica italiana le cui illustrazioni erano eseguite da pittori professionisti che mettevano a disposizione la loro abilità alla cosiddetta “arte applicata”. Dipinti a pennello, come fossero dei quadri, i manifesti venivano poi stampati con tecniche litografiche avanzate che garantivano il mantenimento della qualità del tratto e del colore anche in fase di riproduzione meccanica.
Nello specifico, i manifesti della Luca Comerio & C. sono stati realizzati soprattutto dai pittori Locatelli (non identificato con precisione) e Sandro Properzi (1883-1920). Le illustrazioni, fortemente narrative ed enfatiche, mettono bene in rilievo quelli che sono i contenuti dei film di riferimento, caratteristici delle produzioni dell’epoca.

I MANIFESTI
Nelle sale del MIC è possibile ammirare l’illustrazione per Il menestrello (1908) che esemplifica il film avventuroso in costume, con una scena di forte impatto emotivo rappresentata nell’apice della sua azione, come era tipico nelle illustrazioni pubblicitarie per il cinema, spesso realizzate sul modello delle illustrazioni della Domenica del Corriere. Il gusto per l’esotico (da cui lo stesso Comerio era particolarmente affascinato come testimoniano i suoi numerosi viaggi in Asia e Africa) è ben rappresentato dall’illustrazione del film Il missionario (1908), in cui il tema religioso si intreccia a quello coloniale in terra d’Africa. Di carattere tipicamente italiano è invece Amore e morte. Scene siciliane (1908), in cui, alla forte immagine di morte in primo piano, si affacciano sullo sfondo e nei due piccoli tondi alla base del manifesto, elementi tipici del sud Italia, evidenti in particolare nei costumi dei personaggi. La figura istituzionale del carabiniere, posto al centro dell’immagine, torna anche nel manifesto privo di titolo (come accadeva spesso nei manifesti dell’epoca) in cui un carabiniere consegna una banconota (forse una ricompensa) ad un giovane in abiti poveri. Il manifesto si riferisce con tutta probabilità a un film di carattere edificante in cui vengono messe in scena e valorizzate le buone azioni, sempre ricompensate in forma privata (generalmente famigliare) e istituzionale. Ancora una volta campeggia al centro dell’immagine un crocifisso, simbolo di fede in grado di avvicinare al film il pubblico cattolico, allora ancora in parte diffidente nei confronti dello spettacolo cinematografico. Battaglie dell’anima (1908), di autore anonimo, mette in scena la scienza medica in forma melodrammatica, secondo uno stilema caratteristico del racconto cinematografico dell’epoca. Di tono opposto è invece il manifesto di Da pescatore a… ciclista!... (1908), probabilmente una comica, come si può dedurre non solo dal titolo e dalla scena umoristica rappresentata, ma anche dal tratto caricaturale del carabiniere. Interessante in questa illustrazione è l’utilizzo sia di uno stile pittorico tradizionale sia della tinta piatta, largamente diffusa nelle illustrazioni pubblicitarie di altri prodotti di consumo.

Luca Comerio (Milano, 1878 – Mombello di Limbiate, MI, 1940), è stato fotografo, cineasta, regista italiano e pioniere del documentario e dell’industria cinematografica. Dopo aver terminato le scuole elementari, iniziò a lavorare nel caffè di cui il padre era proprietario: lì conobbe il fotografo-pittore milanese Croci e nel 1890 entrò nel suo studio come giovane assistente.
1894 - Luca Comerio avvia un'attività nel campo della fotografia, diventando "fotografo personale di S.M. il re", ma anche documentando i sanguinosi Moti di Milano del 1898.
1907 - Viene fondata a Milano la Luca Comerio & C. s.a.s. La sede della società fu stabilita in via della Boscaiola nº 1, mentre lo stabilimento fu creato in via Arnaldo da Brescia nel quartiere Isola. Le produzioni della ditta - prima manifattura cinematografica fondata nel capoluogo lombardo - riguardarono inizialmente soltanto documentari.
1908 - Nel 1908, Comerio trasferì la sede della ditta in un edificio fatto costruire appositamente in via Serbelloni, che comprendeva diversi laboratori e due teatri di posa. Fu da allora che la Luca Comerio & C. entrò nel mercato cinematografico (sia nazionale che estero) e ampliò la produzione di pellicole ad altri generi. Il 6 febbraio un gruppo di esercenti e noleggiatori milanesi fondarono la "Società Anonima Fabbricazione Films italiane - S.A.F.F.I.", la quale però, mancando di un proprio impianto produttivo, non poté realizzare alcuna pellicola. Comerio mise a loro disposizione le sue attrezzature e il 17 giugno 1908, le due aziende si unirono, dando vita alla "S.A.F.F.I. - Comerio".
1909 - Alla fine del 1909 la S.A.F.F.I. - Comerio si trovò ad aver perso i tre quarti del capitale iniziale, anche perché Comerio era spesso assente, attratto dai viaggi esplorativi su cui fondava i suoi "réportages" più che dalla gestione aziendale. A causa di queste difficoltà si parlò di liquidazione della società. Grazie all'intervento di 24 finanziatori appartenenti ad alcune delle principali famiglie della nobiltà milanese, interessati ad investire nella nuova realtà industriale rappresentata dalla cinematografia, il 30 dicembre 1909 la "S.A.F.F.I. - Comerio" diventò "Milano Films".
1910 - La conseguenza più importante del nuovo assetto societario fu l'allontanamento dall'azienda del suo fondatore Luca Comerio. Pur avendo partecipato alla sua trasformazione, se ne distaccò quasi subito, ufficialmente per motivi di salute dovuti ad una malattia contratta in uno dei suoi viaggi, ma molto più probabilmente per dissidi quasi subito sorti con i subentranti investitori. Egli costituì di nuovo la Comerio Films le cui attività della durarono fino al 1922, quando la società fu sciolta a seguito di problemi finanziari e personali del fondatore. Tra il 1910 e il 1926 la Milano Films si distinse come una fra le principali case di produzione in Italia e la più importante a Milano per quantità di opere realizzate. Il progetto più ambizioso fu la realizzazione de L'Inferno. Uscito nel marzo - aprile del 1911 fu, con i suoi 1.200 metri di pellicola, il primo lungometraggio della storia del cinema italiano, riscuotendo un successo, anche internazionale. Sullo slancio di questa affermazione la "Milano Films" si rivolse ad un altro capolavoro quale l'Odissea, traendone un secondo lungometraggio che venne premiato al concorso cinematografico collegato all'Esposizione di Torino.

28/05/2024, 16:37