Note di regia di "Stolen Stones
Visitai l’area archeologica di Pompeii, immaginando un’imminente eruzione vulcanica dal vicino Vesuvio. Immaginavo di filmare la città antica prima che questo avvenimento catastrofico accadesse, con lo scopo di riprendere del materiale che restituisse il senso della quotidianità del luogo.
Esplorai la città assieme ad altri turisti, attraversando insieme a loro ciò che rimaneva dell’insediamento. Fu osservando alcuni di loro posare per la fotografia-ricordo di rito che notai come gli elementi per la messa in sicurezza delle architetture, assieme a oggetti personali abbandonati, fossero ormai parte di quella che fu la città sepolta. Elaborai dunque l’idea che mi condusse lì, al punto catastrofico di un’eruzione di lava che, proprio in quel momento, avrebbe inglobato le pietre vecchie di oltre duemila anni assieme alla plastica e al litio consapevolmente o inconsapevolmente smarriti oggi. Fu così che prima di lasciare la città raccolsi sei di questi oggetti sottraendoli al Parco Archeologico, sfidando la maledizione di Pompeii che, secondo la leggenda, andava perseguitando con un destino di sfortuna chi trafugasse reperti della città antica.
Visitando il piccolo museo del Parco Archeologico lessi delle lettere inviate da alcuni ladri di pietre che dopo il furto si erano convinti di essere stati colpiti dalla maledizione e, con la speranza di scongiurare la condanna, avevano prontamente restituito i souvenir rubati, allegando brevi note sui tragici eventi legati al furto
Furio Ganz