Note di regia di "Constantin di Bessarabia"
L’idea di Constantin di Bessarabia nasce da un percorso di ricongiungimento con il mio paese natale e cultura d’origine, da cui la mia famiglia si è sempre tenuta distante. I ricordi d’infanzia iniziano da quando ero già in Italia e sono cresciuto con l’immagine di una Repubblica di Moldova fortemente arretrata, culturalmente e politicamente sottoposta all’egemonia della Russia. Ho iniziato il percorso filmico intervistando mio fratello, poi i miei genitori e ho compreso che il mio punto di vista sul paese d’origine era in realtà il loro. Nati e cresciuti nell’epoca sovietica, laureati e divenuti genitori a cavallo dell’indipendenza dall’URSS e che si sono trovati a vivere in un paese povero, dove la privatizzazione ha favorito disonesti ed esponenti del vecchio regime e ha costretto i giovani a emigrare, separandosi dai propri figli. Tramite la visione di telegiornali locali, letture di libri e trattati su storia e identità della Repubblica di Moldova sono riuscito ad analizzare altri punti di vista e mi sono reso conto che i moldavi, fin dalla prima occupazione zarista, avevano lottato e stanno ancora lottando per la propria autonomia e rivendicazione del proprio essere. Come spiega Charles King nel libro “The Moldovans: Romania, Russia and the Politics of Culture”, in principio l’impero Zarista e poi l’Unione Sovietica hanno sempre deposto enormi sforzi repressivi e mediatici per far dimenticare alla popolazione di questo piccolo lembo di terra la propria appartenenza alla sfera etnica, culturale e linguistica romena. Pochi mesi dopo le prime interviste decisi di partire e di documentare l’intero viaggio, registrare i pensieri, appuntare le sensazioni, filmare i luoghi e gli incontri fatti durante il percorso. L’idea era di oppormi alla visione pessimistica della mia famiglia e fare un film documentario di ricerca che raccontasse la solidità delle radici, da cui nessuno di noi può e dovrebbe mai sfuggire. La realtà è stata però differente e le difficoltà di comprensione e integrazione, unite al gap fra aspettative e realtà, sono divenute il fulcro drammaturgico del documentario. Tramite la ricerca filmica mi sono reso conto che la mia storia personale e la storia della Repubblica di Moldova, nonostante siano indissolubilmente collegate, hanno viaggiato per troppo tempo su binari distanti e difficilmente avvicinabili. Constantin di Bessarabia racconta dunque gli sforzi di un giovane migrante nel trovare la propria identità in equilibrio fra realtà differenti, in un mondo dove globalizzazione, guerre e diseguaglianze favoriscono sempre più il costante movimento di persone e l’assimilazione culturale.
Constantin Rusu