Note di regia di "A Man Fell"
Il progetto ‘A MAN FELL’ è nato per caso. Durante il mio quarto viaggio in Libano, con l'intento di scoprire nuovi aspetti del quartiere di Shatila, mi sono trovato di fronte a cambiamenti inaspettati nelle dinamiche sociali che circondano la famiglia Alhaddad, protagonista del mio precedente film Song of All Ends, 2024. Nella mia prima settimana di permanenza ho incontrato Yasser Al Ali, un barbiere con un negozio all'ingresso di Sabra. Mi ha gentilmente proposto di visitare un luogo a me sconosciuto fino ad allora: l'edificio conosciuto come ex Gaza Hospital, dove lui e i suoi tre figli hanno vissuto negli ultimi quindici anni. Una notte entrammo nelle scale buie di quel palazzo e lui mi disse: "Benvenuto all'inferno, Gio". Da quel momento ho indagato sulle mie possibilità, imparando finalmente alcune espressioni arabe di base e interagendo con gli abitanti dell'edificio di tutte le età per un periodo di 25 giorni. Il mio desiderio immediato è diventato quello di ritrarre le dinamiche e l'energia di quello che può essere visto come un monolite di resistenza passiva della condizione palestinese. Come per i miei lavori precedenti, ho lasciato che l’istinto e l'ambiente circostante definissero la regia. Dopo cinque giorni di visite nei diversi appartamenti, dove molti erano inizialmente riluttanti a farsi coinvolgere nel progetto, Yasser e io abbiamo deciso di sviluppare un film basato sulle storie apparentemente poco importanti dell'edificio, attraverso gli occhi del giovane Arafat. Riducendo al minimo l’attrezzatura ci ha permesso di spostarci tra gli undici piani dell'edificio, dove ci siamo organizzati per catturare momenti inaspettati, così come scene più preparate con i ragazzi. Dato che il mio ingresso nell'edificio è stato battezzato dalla notizia di un uomo caduto dal quarto piano pochi istanti prima (i messaggi di WhatsApp stavano arrivando sui telefoni di tutti al mio primo arrivo), ho pensato che quella storia dovesse essere il segmento conduttore che unisce tutte le altre. Abbiamo girato per un totale di sedici giorni, più due giorni per il sonoro. Essenziale é stata la collaborazione con Yasser: il suo ottimismo contagioso e l'apprezzamento per tutto ciò che lo circonda (guidato in parte dalla forte fede religiosa) sono stati strumenti essenziali per lo sviluppo del nostro progetto comune. Insieme abbiamo scritto (o più correttamente assemblato) le varie storie che si intrecciano nell'edificio e abbiamo prodotto qualcosa che avrei pensato inimmaginabile prima di incontrarlo.
Giovanni C. Lorusso