Note di regia del documentario "Sempre"
Le immagini del passato ci guardano e reclamano la nostra presenza. Recuperare le immagini di questi archivi significa anche interrogare il cinema, i suoi gesti, ed elaborare un’idea di futuro. La rivisitazione non riguarda il passato, è un’esplorazione di possibili spostamenti tra passato e presente. Nell’ambito dell’arte combinatoria del montaggio, inteso qui come modo di produrre significato attraverso la combinazione di elementi e tempi eterogenei, cerco la tensione di un cinema riflessivo e contemporaneamente generativo, in modo da aprire l’incontro tra l’allora e l’adesso. Il procedimento, simile a quello della memoria, non è un ritorno dell’identico, ma qualcosa che ripristina la possibilità di ciò che è stato. La posta in gioco sembra essere la possibilità di rendere nuovamente incompiuto il finito, di recuperare l’immagine sospesa, di permettere a ciò che è accaduto di reinventarsi, reintroducendo così l’ipotesi, o il diritto oggi in pericolo, di immaginare il futuro.
Luciana Fina