VENEZIA 81 - "Vittoria", in missione per lei
Esiste una sorta di mondo alternativo nel cinema italiano, quello creato nel corso degli anni (e di tre lavori) dai registi
Alessandro Cassigoli e Casey Kauffman: un mondo che torna a vivere in "
Vittoria", presentato in selezione a Orizzonti Extra alla Mostra del cinema di Venezia.
La ragazzina che appariva in qualche sequenza di "Butterfly", in cui si narrava la storia pugilistica (e non solo) di Irma Testa, è diventata poi la protagonista del successivo "Californie": quel salone di bellezza vedeva al lavoro anche Jasmine, che è ora diventata il centro di "Vittoria".
La sua famiglia non le basta più: nonostante un marito e tre figli maschi, nonostante la difficoltà "controllata" nel gestire economicamente il loro quotidiano, la donna sente in lei fortissimo il desiderio di avere una figlia femmina. Dopo tre parti cesarei, però, la scelta più indicata - anche se più controversa, almeno per chi è intorno a lei - è l'adozione.
L'adozione è una scelta di vita encomiabile, anche se affrontarla con la convinzione della protagonista ("
Voglio una figlia femmina e me la prendo", in sintesi) non sembra il modo migliore: la storia è però fortunatamente vera, e il destino di Vittoria e della sua nuova famiglia finito positivamente.
I due registi lavorano nel campo del cinema del reale ma da sempre lo rielaborano a loro piacimento, usando le loro protagoniste (sempre di più ad ogni lavoro, sembrerebbe) come attrici chiamate a ricreare la propria storia ad uso e consumo della camera: vero e falso quindi non importano più, l'essenza diventano gli accadimenti e le idee in movimento.
Resta ora da capire in che direzione vorranno muoversi Cassigoli e Kauffman: riprendere il filo di questo discorso seguendo uno dei personaggi di "Vittoria" e facendo partire un nuovo racconto, o cambiare lo schema avendo ormai dimostrato di saperlo governare e averlo forse esaurito?
31/08/2024, 12:27
Carlo Griseri