VENEZIA 81 - Marco Bellocchio: "Una commedia involontaria"
Marco Bellocchio è al Lido per la presentazione di "
Se posso permettermi - Capitolo II" alla 81esima Mostra di Arte Cinematografica di Venezia in Selezione Ufficiale, Fuori Concorso.
Realizzato nell’ambito del corso di alta formazione cinematografica “Bottega XNL – Fare Cinema” 2023, è il seguito del cortometraggio omonimo realizzato nel 2019 da Marco Bellocchio e i suoi allievi a Bobbio.
Nel primo capitolo si vedeva Fausto Russo Alesi girare per le strade di Bobbio e abbordare le persone con molta gentilezza facendo però loro rivelazioni importanti su quel che avrebbero potuto o dovuto fare per essere più felici. Un corto sorprendente e simpatico, che riparte in questo secondo con un nuovo assunto di base: la grande casa di famiglia di Russo Alesi va venduta, perché lui non ha mai lavorato e ora è solo e pieno di debiti. Una serie di persone lo cercherà per proporgli soluzioni più o meno sensate... Un corto divertente che si chiude con quella che sembra una chiara apertura a un terzo capitolo da girare al prossimo laboratorio.
Come è nata l'idea di questo seguito?
Tutto è nato per caso, dobbiamo sempre fare un corto in quelle due settimane di laboratorio, spesso con gli attori di passaggio: è stato un gioco molto divertente. Abbiamo lavorato con leggerezza ma su temi per me profondi: è venuto così, non ci aspettavamo diventasse divertente.
Il personaggio di Fausto è un perdente con dei valori intellettuali, di ricerca e di studio che condivido: quando dice che lo Stato dovrebbe dargli uno stipendio perché tiene in vita, amandoli, tesori della nostra cultura come Pascoli, Leopardi, Dante, mi ricordava anche mio fratello Pier Giorgio, per la sua capacità di non integrarsi mai, di restare fuori dalle istituzioni.
Dove avete girato?
Nella solita casa di Bobbio di famiglia, quella de "I Pugni in tasca", di "Sorelle mai", "Sangue del mio sangue"... la casa dove ho trascorso la mia infanzia e le lunghe vacanze estive da ragazzo.
Qual è il suo rapporto con Venezia?
Il primo ricordo è quello di un rifiuto, di Luigi Chiarini che non volle "I Pugni in tasca" perché i suoi temi erano in parte simili a quelli di "Vaghe stelle dell'orsa". Quell'anno lui voleva che Visconti vincesse il Leone, come poi avvenne, e non voleva rischiare. Poi però mi chiamò due anni dopo per "La Cina è vicina", che fu premiato!
Questa vena comica è rara nel suo cinema.
Come ho detto, non mi aspettavo che venisse fuori divertente!
Ma non è una novità assoluta nel mio cinema: "La Cina è vicina" se ci pensiamo è una sorta di pochade, ma anche in "Salto nel vuoto" ci sono momenti comici, senza dimenticare Roberto Herlitzka, che sono felice di poter citare, in "Sangue del mio sangue", che dorme in una bara...01/09/2024, 15:32
Carlo Griseri