VENEZIA 81 - "Vermiglio", un giorno dopo l'altro
Un anno specifico, il 1945, tra la fine del secondo conflitto mondiale e l'inizio della rinascita, seppur dura e precaria. Un luogo specifico, il paese di
Vermiglio nelle montagne del Trentino Alto Adige (dove risiedono le origini della famiglia della regista, che ha preso spunto da racconti di vita vissuta per la sua trama), in cui la quotidianità procede con fatica, nella paura e nelle ristrettezze, nella tradizione e nella voglia di ritrovata libertà.
Maura Delpero dopo "
Maternal" torna a dirigere un film di grande intensità, in cui la maternità resta un elemento chiave ma che allarga molto lo sguardo (anche se là si viaggiava per il mondo, qui si resta sempre nei pochi metri quadrati di un villaggio montano) a numerosi aspetti della vita e a numerosi personaggi, di varia età e formazione.
Attori professionisti (qui soprattutto il rigido capofamiglia e maestro
Tommaso Ragno) al lavoro accanto a non professionisti, che danno verità e freschezza a una grande storia fatta di piccoli eventi e di piccoli passaggi: "
Vermiglio" - quasi interamente parlato in dialetto - è la vita condensata in circa due ore di racconto, con sogni e speranze, limitazioni sociali e familiari, illusioni e realizzazioni.
Sono le Quattro Stagioni di Vivaldi ("cibo per l'anima" da preferire anche al vero cibo, se serve) a punteggiare il racconto delle quattro stagioni della vita: ci si perde nel lento ritmo del racconto, si percepisce il freddo dell'inverno innevato e il risveglio della primavera, ci si affeziona a personaggi veri e profondi.
Non serve accennare alla trama, fatta (anche) di sorprese come la vita vera: Delpero mette in scena un mondo che riprende con delicatezza ed estremo rispetto, senza guizzi inutili di regia ma dando all'occhio di chi guarda la possibilità di osservare ogni dettaglio, ogni movimento, ogni particolare di quelle vite povere ma degne.
Un film-mondo, una narratrice sensibile e preparata, un'opera che si vorrebbe non finisse così presto...
02/09/2024, 20:00
Carlo Griseri