Pietro Castellitto in "Diva futura"
Non avrebbe potuto immaginarsi un film più casto di "
Diva Futura" per raccontare l'epopea pornografica compiuta da
Riccardo Schicchi tra anni '80 e '90 grazie alla sua omonima agenzia, diventata la principale in Italia grazie alla presenza (ma anche alla scoperta, per non dire l'invenzione) di talenti del settore come Cicciolina, Moana Pozzi e - successivamente - Eva Henger.
Giulia Steigerwalt dopo l'esordio di "Settembre" sceglie un secondo progetto ambizioso e corale, complesso anche solo da immaginare e sicuramente da gestire: una commedia a tratti quasi ingenua (ma solo chi non ha mai visto, in diretta o successivamente, qualche sua intervista televisiva può restare sorpreso dal personaggio, cui dà vita con ironia e dedizione
Pietro Castellitto), che si fa dramma per il triste destino prima di Moana e poi dello stesso Schicchi, morti troppo presto e diventati (in modo diverso) immortali.
"
Diva Futura" procede a strappi, tra gli alti e bassi della sghemba andatura dell'agenzia, con un montaggio alternato che non agevola la comprensione dei fatti, ricostruendo il tutto a partire dalla testimonianza della segretaria di Schicchi, interpretata da
Barbara Ronchi. Uno sguardo interno all'agenzia ma anche esterno all'industria, che dà profondità e sentimento a personaggi patinati conosciuti quasi sempre e solo per la loro esteriorità: si arriva quasi a realizzare un'agiografia, vero, ma è bello ogni tanto poter dare sentimenti a dei "corpi".
Non convince la scelta di ricostruire immagini iconiche (le interviste tv di Moana e Cicciolina, in particolare) mantenendo i filmati originali su cui sono state inserite le performance di attori e attrici del film: il risultato è un effetto imitazione che penalizza la visione, senza aggiungere effettivo valore.
"
Diva Futura" ha l'effetto nostalgia per tempi ancora recenti ma già lontanissimi, regala risate sincere ma alla lunga (si superano le due ore) confonde e non emoziona quanto potrebbe.
04/09/2024, 22:15
Carlo Griseri