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VENEZIA 81 - "Diva Futura", l'impresa di Riccardo Schicchi


Giulia Steigerwalt presenta a Venezia 81 il quarto film italiano in concorso internazionale dedicato all'agenzia pornografica degli anni '80 e '90


VENEZIA 81 -
Pietro Castellitto in "Diva futura"
Non avrebbe potuto immaginarsi un film più casto di "Diva Futura" per raccontare l'epopea pornografica compiuta da Riccardo Schicchi tra anni '80 e '90 grazie alla sua omonima agenzia, diventata la principale in Italia grazie alla presenza (ma anche alla scoperta, per non dire l'invenzione) di talenti del settore come Cicciolina, Moana Pozzi e - successivamente - Eva Henger.

Giulia Steigerwalt dopo l'esordio di "Settembre" sceglie un secondo progetto ambizioso e corale, complesso anche solo da immaginare e sicuramente da gestire: una commedia a tratti quasi ingenua (ma solo chi non ha mai visto, in diretta o successivamente, qualche sua intervista televisiva può restare sorpreso dal personaggio, cui dà vita con ironia e dedizione Pietro Castellitto), che si fa dramma per il triste destino prima di Moana e poi dello stesso Schicchi, morti troppo presto e diventati (in modo diverso) immortali.

"Diva Futura" procede a strappi, tra gli alti e bassi della sghemba andatura dell'agenzia, con un montaggio alternato che non agevola la comprensione dei fatti, ricostruendo il tutto a partire dalla testimonianza della segretaria di Schicchi, interpretata da Barbara Ronchi. Uno sguardo interno all'agenzia ma anche esterno all'industria, che dà profondità e sentimento a personaggi patinati conosciuti quasi sempre e solo per la loro esteriorità: si arriva quasi a realizzare un'agiografia, vero, ma è bello ogni tanto poter dare sentimenti a dei "corpi".

Non convince la scelta di ricostruire immagini iconiche (le interviste tv di Moana e Cicciolina, in particolare) mantenendo i filmati originali su cui sono state inserite le performance di attori e attrici del film: il risultato è un effetto imitazione che penalizza la visione, senza aggiungere effettivo valore.

"Diva Futura" ha l'effetto nostalgia per tempi ancora recenti ma già lontanissimi, regala risate sincere ma alla lunga (si superano le due ore) confonde e non emoziona quanto potrebbe.

04/09/2024, 22:15

Carlo Griseri