ALICE NELLA CITTA' 22 - A Roma dal 16 al 27 ottobre
Si svolgerà a Roma dal 16 al 27 ottobre 2024, nel quadro della Festa del Cinema, la XXII edizione di
Alice nella città, diretta da Gianluca Giannelli e Fabia Bettini e organizzata dall’Associazione Culturale PlayTown Roma, con il sostegno della Direzione Generale Cinema del MiC, Roma Capitale, Città Metropolitana di Roma Capitale, Regione Lazio, Camera di Commercio di Roma, in collaborazione con la Fondazione Cinema per Roma, Fondazione Musica per Roma, Azienda Speciale Palaexpo.
Dopo il successo della passata edizione, tornano dal 16 al 18 ottobre a Palazzo Esposizioni Roma gli
SHORT FILM DAYS, realizzati grazie al sostegno della Camera di Commercio di Roma, di SIAE che anche in questa edizione è Main Partner dell’iniziativa, riconoscendo la validità culturale del progetto, che si pone come obiettivo la promozione del cinema italiano di qualità e della cultura audiovisiva verso le giovani generazioni, CNA - Cinema Audiovisivo, Rai Cinema e la Fondazione Sardegna Film Commission. Per valorizzare la collaborazione con il MIA - Mercato Internazionale dell’Audiovisivo, nasce una partnership con gli Short film Days volta a favorire la circolazione di IP per il mercato audiovisivo: il MIA ospiterà una sessione di UNBOX, progetto legato ai registi emergenti di cortometraggi che aspirano a realizzare il proprio esordio per il cinema e la serialità.
Da sempre attenta ai temi legati alle giovani generazioni, Alice nella città presenta un programma di anteprime assolute, esordi alla regia e conferme originali: 14 le opere del Concorso e 5 i film Fuori Concorso a cui si aggiungono, nella sezione competitiva Panorama Italia, 7 film in concorso 2 Fuori concorso e 2 proiezioni speciali che pongono l’accento sul cinema italiano indipendente, con proiezioni di film e documentari. Inoltre si affiancano 4 co-produzioni con la Festa del Cinema, un Evento Speciale dedicato a
Francis Ford Coppola e la selezione Sintonie, linea di programma pensata in collaborazione con la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e che accoglie 4 film e due cortometraggi presentati quest’anno nella Sezione Fuori Concorso, Orizzonti e Orizzonti Extra di Venezia. In programma anche 2 restauri e 40 cortometraggi (12 in concorso internazionale, 10 in concorso Panorama Italia e 10 proiezioni Fuori Concorso), 8 proiezioni speciali, selezionate in collaborazione con Christian De Schutter che da quest’anno cura il programma Onde Corte.
CONCORSO
I 14 film del concorso, disegnano traiettorie apparentemente distanti ma che tengono insieme cose tra loro altrimenti diverse. Viste tutte assieme hanno la capacità di emozionare, sovvertire opinioni, creare discussioni, porre domande. Tutte cose messe in elenco con nitidezza nell’opera seconda di Jesse Eisenberg. A REAL PAIN è una struggente esplorazione del trauma intergenerazionale all'interno della comunità ebraica. La sceneggiatura di Eisenberg, trova in Kieran Culkin l’interprete ideale di un umorismo anticonformista che tiene in bilico le sfumature tragiche, la comicità e i contrasti di un'analisi sincera dei legami familiari. In questa prospettiva, per Damian Kocur ("Bread and Salt") la ricerca nei legami familiari, rimane sospesa in un apparente zona di sicurezza, mentre la realtà intorno implode. UNDER THE VOLCANO (candidato per la Polonia all’Oscar® per il miglior film internazionale) è uno scavo profondo sul senso di colpa, verso sé stessi e il proprio Paese, mentre esplode il conflitto a Kiev. Una realtà che contrasta con l'immagine idilliaca del luogo di vacanza perfetto dove da un giorno all'altro, si passa da turisti a rifugiati. Questo scontro emotivo mette in discussione i ruoli all’interno della famiglia e fa emergere vecchi conflitti irrisolti che esplodono come un vulcano dormiente.
La famiglia è ancora materia prima per Lisa Brühlmann, che torna al festival, dopo il successo di “Blue My Mind”, con il suo nuovo film WHEN WE WERE SISTERS, un racconto tutto al femminile piuttosto anticonvenzionale che cattura il senso di sorellanza e di incertezza ed emancipazione che talvolta circonda l’esperienza materna nel rapporto allargato con i propri figli. Una linea di ricerca che scava nel profondo, e che suscita pensieri e sentimenti inediti, come nell’esordio della regista svizzero-americana Jasmin Gordon che esplora la fragilità della libertà individuale di fronte alla società e alle sue convenzioni. THE COURAGEOUS è un ritratto familiare, prezioso, intenso e complesso che scuote la nostra percezione sui tabù e gli stigmi che ancora circondano le rappresentazioni delle donne e di come dovrebbe essere una buona madre per mantenere le apparenze di una famiglia amorevole. Un’impalcatura ideale che lega MILANO a tutti questi sguardi al femminile: l’esordio di Christina Vandekerckhove è un’eccezione, importante al punto da essere degna di stare accanto ai classici per profondità di scavo nell’animo umano. Ha l’intuizione di sottrarsi ai percorsi preordinati fintamente realistici a cui oggi ci si aspetta che le storie d’infanzia si conformino. Dei bambini, ne coglie la libertà, la dolcezza, gli spiragli di speranza; la regia è interessata a ciò che si rivela, al cambiamento, all'evoluzione, piuttosto che all'apparente incomunicabilità padre-figlio. Anche Paz Vega, per il suo sorprendente esordio alla regia, RITA, sceglie una prospettiva bambina per cogliere le connessioni che costituiscono tutta la ricchezza dei linguaggi usati per raccontare l'infanzia, così com'è. Il senso di speranza e l’umanità profonda dei personaggi e soprattutto la radicalità delle scelte che devono affrontare i suoi bambini cinematografici, arricchiscono il messaggio di forte denuncia sociale sulla violenza di genere. Ancora una volta Andrea Arnold si muove nella dura realtà della vita dei ragazzi, ma questa volta, attraverso l'elemento fantastico, intensifica i loro sentimenti e le loro percezioni; ne racconta le ribellioni appassionate e le loro trasformazioni emotive e fisiche. BIRD diventa così un'esperienza vitale di notevole intensità emotiva che crede nei sogni e, grazie all'interpretazione della giovane Nykiya Adams, si prende il tempo di guardare avanti, in alto, verso il futuro. THE OUTRUN si presenta nel programma come una sorta di rivelazione: quello di Nora Fingscheidt è uno sguardo coraggioso e vulnerabile che descrive la natura selvaggia delle cose e non risparmia dettagli sul degrado e sul recupero dell'animo umano. Arricchisce la storia tratta dal libro di Amy Liptrot, una sofisticata interpretazione di Saoirse Ronan, ricca di simboli di grande suggestione e speranza. Ed è proprio nell’importanza di far confluire la realtà nel cinema, di mediare tra l’una e l’altro, che troviamo il senso del lavoro di Yasemin Samdereli che in collaborazione con Deka Mohamed Osman, porta sullo schermo la vita di Samia Yusuf Omar, l’atleta olimpionica morta annegata nell'aprile del 2012, mentre stava cercando di fuggire da un regime brutale per raggiungere le coste italiane su un barcone di migranti partito dalla Libia. NON DIRMI CHE HAI PAURA, come il libro di Giuseppe Catozzella a cui si ispira, ha il pregio di affacciarsi sull'abisso della cronaca senza cedere alla tentazione del realismo e ci restituisce il coraggio e la luminosa leggerezza, di giovani esposti al male. Nell’opera prima di Julien Menanteau, il tema della scelta, e quindi dell’etica, rappresenta una delle corde più profonde dell’animo umano. Il suo LADS è un ritratto empatico di un giovane fantino vulnerabile e ribelle (Marco Luraschi), in cerca di risposte che l’aiutino a rompere il fiato e prendere in mano la propria vita.
Anche JULIE KEEPS QUIET è un film d’esordio coinvolgente e teso fatto di silenzi e assenze, che si contrappone a un’idea sociale che in nome di una spaventosa purezza, vorrebbe i ragazzi perfetti e allineati. Leonardo Van Dijl affronta con maestria il campo minato dei pericoli insiti nelle relazioni di potere. È uno studio coinvolgente sulla disfunzione e la repressione, che esplora i temi dell'abuso, del dominio e del controllo con precisione e autentica intelligenza cinematografica. Uno spunto che per la regista Louise Courvoisier, diventa materia prima, per raccontare il diritto al futuro di un’adolescente e la difficoltà di dare espressione alle proprie legittime aspirazioni. HOLY COW è un debutto alla regia affascinante e pieno di personalità, un mix di avventura e di esperienze di crescita. Riflessioni che con gusto e sensibilità si sottraggono all’abbondanza di immagini che nulla hanno a che fare con la crescita emotiva e con i possibili modi di stare al mondo. Per questo, nella selezione, WHEN THE LIGHT BREAKS diventa uno sguardo prezioso e toccante sul tema della perdita improvvisa e sulle conseguenze interne ai rapporti umani. Il regista islandese Rúnar Rúnarsson (“Sparrows”, “Volcano”, “Echo”) ci incoraggia a trovare l'amore e la bellezza anche di fronte a quella mancanza che può cambiare drasticamente la vita. Esperienze visive che lasciano il segno come FLOW una fiaba moderna che unisce avventura, introspezione e poesia: l’opera seconda dell’animatore e regista lettone Gints Zilbalodis (“Away”), esplora attraverso una narrazione asciutta e priva di dialoghi i temi della fratellanza, dell’abbandono, dell'aiuto reciproco e della permeabilità dei mondi, lasciando spazio a una potente e personalissima espressione visiva fatta di complessi ed eleganti piani sequenza che colpiscono al cuore adulti e bambini.
FUORI CONCORSO
I film del fuori concorso sono lo spunto ideale per raccogliere lo sguardo visivamente ricco ed emotivamente sorprendente di un gruppo di nuove autrici che stanno permettendo a immagini di donne diverse, più sfidanti, ribelli e imperfette di riempire lo schermo. LUCE è la storia di una di queste donne autenticamente complesse: Silvia Luzi e Luca Bellino (“Dell’arte della guerra”, “Il cratere”) esplorano, fino ai limiti più profondi, la discesa nell’inconscio di una ventenne della classe operaia, interpretata dal talento assoluto di Marianna Fontana e di una voce misteriosa al telefono (Tommaso Ragno) che attinge dall’ossessione di un ricordo paterno. Il film spinge le categorie tradizionali del racconto in una zona di radicale incertezza. Crea un terreno a parte, una relazione umana profonda, tra la realtà e la tela di una favola delicatamente filata. Le corrisponde MI BESTIA che affronta il cambiamento delle dinamiche sociali della Colombia negli anni ’90 attraverso la metafora della pubertà – l’età della trasformazione -, offrendo una riflessione profonda sul femminile e sulla ricerca di un’identità contro tutto. Camila Beltrán dona alla sua eroina uno spirito tenace, soprannaturale, per resistere al machismo tossico imperante nel suo Paese. Le dà il potere di esplorare il misterioso, farsi di una nuova identità fisica, psichica e sociale. Ci sono storie di ribellioni che tolgono la pelle al reale: RABIA, esordio alla regia di Mareike Engelhardt, svela un aspetto dello Stato Islamico poco documentato, se non addirittura mai visto prima: l'interno delle case per le donne destinate a diventare mogli dei combattenti del Daesh. Spinta dalla promessa di una nuova vita, Jessica (Megan Northam), una diciannovenne francese, parte per la Siria per unirsi a Daesh. Il film è una spaventosa spirale a porte chiuse, che ruota intorno ad una relazione perversa tra Jessica e la predicatrice (Lubna Azabal), fanatica e crudele. JANET PLANET segna l’esordio cinematografico di Annie Baker, autrice teatrale di fama internazionale, vincitrice del premio Pulitzer nel 2014 per “The Flick”. Il film è centrato “sull'innamoramento della propria madre”: un sublime lungo dialogo, tra immagini e parole, che racconta un’estate di transizione. Un momento di mezzo, di attese e inquietudini, ma anche di fulminanti riflessioni sul legame teso di una figlia (Zoe Zigler) il cui più grande desiderio è fuggire dal campo estivo per trascorrere del tempo con sua madre Janet (Julianne Nicholson). Chiude il programma SUR UN FIL l’esordio alla regia dell’attore Reda Kateb (The Specials, Il Profeta,) un film drammatico pieno di umanità che racconta la vita di una giovane acrobata costretta a cambiare direzione, dopo una caduta che scopre un'altra forma d'arte: gli scherzi dei clown. Ma non degli scherzi qualunque: bensì quelli che rallegrano i cuori dei bambini malati negli ospedali. Una storia toccante di redenzione e speranza.
PROIEZIONI SPECIALI
In occasione del ventesimo anniversario della morte di Christopher Reeve, Alice nella città rende omaggio al grande attore con una proiezione speciale dell’atteso documentario “SUPER/MAN: THE CHRISTOPHER REEVE STORY” dei registi Ian Bonhôte e Peter Ettedgui. La proiezione si terrà giovedì 10 ottobre alle ore 20.30 al Cinema Adriano di Roma alla presenza dei due registi e di Matthew Reeve, figlio di Christopher Reeve. È un ritratto intimo della vita dell’attore, con immagini inedite, interviste ai tre figli William, Matthew e Alexandra e testimonianze di grandi attori hollywoodiani che erano colleghi e amici di Reeve come Susan Sarandon, Glenn Close e Robin Williams, al quale era legatissimo, che ne descrivono il percorso personale e professionale. L’evento è organizzato in collaborazione con Warner Bros. Discovery e con il Dipartimento Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda di Roma Capitale ed è parte del ciclo “Aspettando Alice” che anticipa la ventiduesima edizione del festival. MEGALOPOLIS di Francis Ford Coppola Evento presentato in co-produzione con la Festa del Cinema di Roma A Francis Ford Coppola è dedicata la preapertura della Festa del Cinema di Roma e di Alice nella città. Lunedì 14 ottobre gli Studi di Cinecittà, grazie al Ministero della Cultura, ospiteranno l’anteprima italiana di Megalopolis che sarà introdotta dal regista. Con MEGALOPOLIS - epopea romana ambientata in un’America moderna e immaginaria. Il grande regista italoamericano torna, dopo anni, negli Studi romani che lo hanno visto preparare alcune scene de Il Padrino Parte III. Martedì 15 ottobre, il Maestro sarà protagonista di un incontro con le giurie di Alice nella città,gli studenti delle scuole di cinema e il pubblico all’Auditorium Parco della Musica. BLITZ, del regista britannico premio Oscar®, Sir Steve McQueen, è una storia struggente di sopravvivenza e coraggio, in cui ogni cittadino londinese (tra i protagonisti principali Saoirse Ronan, Paul Weller, Stephen Graham, Harris Dickinson) deve lottare per affrontare la paura e le separazioni causate dalla guerra durante la Blitzkrieg tedesca. Ma è anche una storia esemplare dal sapore dickensiano, che trasforma il viaggio verso casa di un bambino (il sorprendente Elliott Heffernan), in un simbolo e in una proiezione di speranza per il futuro. Evento presentato in co-produzione con la Festa del Cinema di Roma Da sempre aperta alle possibilità di intreccio tra illustrazione, cinema e animazione, Alice nella città ospita anche quest’anno una serie di eventi e proiezioni speciali che esplorano i risultati di questa ricerca. Torna al festival Claude Barras (“Ma vie de Courgette”), uno dei grandi maestri dell’animazione europea che continua la sua esplorazione e il suo impegno verso i grandi temi sociali. SAVAGES è la riflessione sul senso di comunità, sulla lotta, sulla ribellione e su quello che è lecito fare per non farsi schiacciare dal sistema capitalista che in questo caso, nel Borneo, sta distruggendo intere foreste cancellando popoli e tradizioni ancestrali.
L’aspetto forse più interessante del lavoro di Barras è che ci aiuta a superare il pregiudizio del film dedicato solo al pubblico dei più giovani, mettendo in scena storie profonde e complesse, radicate nella vita reale delle persone, che di fatto lo ancorano alla sensibilità delle nuove generazioni. Queste storie ci aiutano a superare il pregiudizio del film dedicato solo al pubblico dei più giovani. IN VIAGGIO CON MIO FIGLIO di Tony Goldwyn mette in scena una storia profonda e complessa, radicata nella vita reale delle persone. Ezra, un vivace ragazzo di 11 anni con disturbi dello spettro autistico, interpretato magistralmente da William A. Fitzgerald, vive un'avventura attraverso il paese che lo porterà a conoscere meglio con suo padre (Bobby Cannavale) e a comprendere le sfide uniche che devono affrontare come famiglia, grazie anche alla presenza del nonno Stan (Robert De Niro), il quale aggiunge onestà alla storia. Danny DeVito e Andie MacDowell sono invece protagonisti di A SUDDEN CASE OF CHRISTMAS, il nuovo film del regista Peter Chelsom (Shall we dance? Serendipity) ambientato in Italia, una commedia agrodolce sull’amore e sul senso della famiglia adatto al pubblico di tutte le età che vede per la prima volta recitare assieme Danny de Vito con sua figlia Lucy de Vito. A LOOK THROUGH HIS LENS, racconta la carriera straordinaria di Philippe Rousselot che ha ottenuto una miriade di riconoscimenti, tra cui un Oscar® per “In mezzo scorre il fiume”, un BAFTA Award per Intervista col vampiro e tre premi César per “Diva”, “Thérèse” e “La regina Margot”. Diretto da Matthew Berkowitz e Gregory Hobbit vede come produttrice l’attrice premio Oscar® Kim Basinger (“9 settimane e 1⁄2”, “LA Confidential”, “8 Mile”, “Batman”) insieme a un’altro Premio Oscar Lynne Littman ed è raccontato dagli attori e dai registi che negli anni hanno lavorato assieme a lui come Julia Roberts, Jodie Foster, Jude Law, Tim Burton, jon Amiel, Stephen Frears.
A completare il programma, due titoli presentati in co-produzione con la Festa del Cinema di Roma: il film corale dell’Archivio Luce, 100 DI QUESTI ANNI che celebra il suo centesimo compleanno con un’iniziativa unica: un film a episodi composto da sette cortometraggi, diretti dai protagonisti della commedia italiana contemporanea, Michela Andreozzi, Max Bruno, Claudia Gerini, Edoardo Leo, Francesca Mazzoleni, Rocco Papaleo e Sydney Sibilia; IL RAGAZZO DAI PANTALONI ROSA di Margherita Ferri, mette in pellicola la storia di Andrea Spezzacatena un ragazzo che aveva appena compiuto 15 anni quando decise di togliersi la vita. Andrea, un ragazzo apparentemente solare, aveva ottimi voti a scuola e un ottimo rapporto coi genitori. Il suo gesto fu quindi totalmente inaspettato e rimase senza spiegazione finché sua madre, dopo la sua morte, è entrata nel suo profilo Facebook e ha ricostruito l’inferno che suo figlio stava passando tra atti di bullismo e cyberbullismo a scuola. Sceneggiato da Roberto Proia, il film rappresenta un potente monito sulla pericolosità di quelle parole e di quei gesti che in apparenza ci possono sembrare innocui ma che in realtà feriscono nel profondo. Il brano che accompagnerà l’uscita del film si intitola “Canta Ancora”, canzone inedita che Arisa scrisse per sua madre e che nel film diventa una lettera che Andrea dedica a Teresa.
PANORAMA ITALIA
Il PANORAMA ITALIA punta sulla scoperta e sulla valorizzazione del cinema italiano. Sono documentari, film inediti in Italia mai usciti in sala per il grande pubblico o passati velocemente in un festival. Sono 7 i film che comporranno la selezione in concorso (2 documentari e 5 film di finzione), 2 Fuori concorso e 3 Proiezioni speciali a cui la giuria composta da Riccardo Milani (Presidente di giuria/Regista), Lucia Ocone (Attrice), Luna Gualano (Regista), Annamaria Granatello (Presidente Premio Solinas/Produttrice), Federica Luna Vincenti (Produttrice/Attrice/Compositrice), assegnerà il Premio Raffaella Fioretta per il cinema italiano. La selezione di quest’anno, rappresenta una sorta di “zona franca”, un naturale terreno d’incontro del nascosto cinema italiano. Sono sguardi che cercano un varco. Viaggiano liberi perché sono leggeri, fragili e trasparenti come vetro. Per questo hanno bisogno di più attenzione e di un orizzonte praticabile per mantenere un taglio, una forma, un lessico, un segno che non sia convenzionale. Abbiamo cercato di fare da balia a ciò che ci sembrava autonomo sul serio e di decidere a quali luoghi del cinema andava data massima visibilità, immergendoci nell’originalità, senza coprirci le spalle con l’idea più visibile; di sperimentare il nuovo senza spettacolarizzarlo. Senza paura di sbagliare, prendendoci rischi, facendolo assieme.
Il film d’apertura del Panorama Italia sarà il toccante documentario di Tommaso Romanelli, NO MORE TROUBLE. Sono passati più di 25 anni da quando Andrea Romanelli, progettista navale e velista, è scomparso in mare: stava tentando, con Giovanni Soldini, il record nella traversata dell’Atlantico. Il figlio Tommaso aveva 4 anni e ora da regista, affronta un viaggio nella memoria alla scoperta del padre. Ci sono film che svelano una linea di continuità tra il catalogo di destini adolescenti e di rapporti familiari, presenti in questi tre film del concorso: IL MIO COMPLEANNO, realizzato nell’ambito di Biennale College, è uno sguardo vivissimo su una generazione a cui non è concessa la libertà di sbagliare. Un tema radicale che evidenzia il corpo a corpo con il mondo adulto, che sempre più tende a ignorare il dibattito culturale con i ragazzi. Christian Filippi, asseconda senza giudicare la profonda complessità di chi sta cercando il proprio posto nel mondo. Filippi vede nell’età incompiuta una dimensione in cui si sperimenta una fondamentale alternativa esistenziale. Gli fa eco, L’ERA D’ORO che riannoda i fili di un racconto di famiglia nato da un lavoro precedente (“Uno, due, tre”) di Camilla Iannetti che rimette in prospettiva le vite di tre donne, oggi cambiate dalle circostanze, per raccontare i percorsi paralleli della loro crescita. Lucy sta per diventare mamma. L’arrivo di sua figlia, Futura, sconvolge la sua esistenza e diventa un’opportunità per trasformare il suo rapporto familiare e l’indipendenza dal passato accidentato che hanno condiviso. In questa onesta e delicata agenda quotidiana è possibile cogliere tante delle nostre abitudini e idiosincrasie, il nostro modo di metterci in relazione con gli altri, il nostro modo di cercare la felicità. Rossella Inglese, con L’ORIGINE DEL MONDO, torna ad indagare il femminile attraverso un viaggio fisico ed emotivo, di sprofondamento e rinascita. Eva diventa la sua eroina per raccontare la storia salvifica di una ragazza che diventa donna, affrontando la propria colpa e superando l'immagine di distruzione che si sente addosso.
Quello che sembra un buco nero nel quale sprofondare, diventa invece l'origine di un nuovo inizio. È così anche per I RACCONTI DEL MARE la cui storia è una riflessione sulla forza della diversità e sulla capacità degli individui di superare le loro differenze quando si trovano a dover sopravvivere al dolore e a ricordi brucianti. Luca Severi abbandona qualunque pretesa di realismo a favore dell’elemento fantastico, che attraverso il suo sguardo ci sembra possa rappresentare l’unica vera alternativa ad una realtà altrimenti insostenibile. Valerio Ferrara, per il suo debutto alla regia, mette a tema il senso di solitudine che pervade la nostra società. IL COMPLOTTISTA coglie la debolezza di una persona comune a cui niente importa della verità e la cui inclinazione per le teorie del complotto è legata al suo bisogno di comunità, comprensione e identità, in un’era in cui il confine tra la verità e la finzione è sempre più sfocato. Un’idea di radicalità che per Federico Ferrone vuol dire guardare attraverso la vita di un adolescente cresciuto in una provincia post-industriale del Nord Italia. La morte improvvisa del fratello maggiore inasprisce le sue difficoltà e alimenta un lacerante senso di colpa che lo allontana da suo padre (Fabrizio Ferracane). Alla ricerca di un senso più profondo delle cose, Mattia (Luka Zunic) vede nella conversione all’Islam il passaporto per una vita più autonoma e ricca di senso. Saprà resistere alla tentazione dell’estremismo? Tra dubbi, difficoltà e scoperte, LA COSA MIGLIORE racconta la storia di un adolescente di oggi, tentato dall’isolamento e salvato dall’amicizia.
Quattro sono le proiezioni fuori concorso che arricchiscono, ciascuna con il proprio tono, la trama di unità segreta che sembra collegare i fili di tutto il programma del Panorama Italia. STILL HERE dell’italo-srilankese Suranga D. Katugampala (“Per un figlio”) insegue l’idea e la pratica di un cinema libero che cancella i confini tra l’uomo e ciò che lo circonda. È il tentativo molto libero di un giovane autore di rappresentare una mappa geografica personale che sovrappone due quartieri, a due spazi immaginati, creando così un territorio evanescente tra realtà, memoria e immaginazione. “Still Here” è la storia di una famiglia esplosa e di un quartiere spazzato via dall’avvento di una nuova città, è una favola nera in cui i bambini sono le uniche presenze vive mentre gli adulti sembrano fantasmi aggrappati al ricordo di un mondo che sta per essere spazzato via dall’avanzare inesorabile degli immensi cantieri di una nuova città. A nostro avviso la cifra artistica fondamentale di Giovanni Columbu è la coerenza come necessità e come conquista; alla sua caparbietà di regista deciso a realizzare solo film che sente propri, BALENTES corrisponde a qualcosa di totalmente unico. Quasi un’opera prima. Il film racconta una storia vera ambientata nella Sardegna degli anni ’40. Protagonisti sono tre giovani poco più che adolescenti. Lo spettatore per entrare nella storia dovrà accettare il gioco e lasciarsi affascinare dalle immagini animate in bianco e nero che scorrono sullo schermo. Un lavoro di resistenza creativa che difende uno spazio vitale, attraverso un racconto che scommette sull’impresa più ardua: conciliare l’arte con il pubblico.
Ci sono film che ripensano il cinema sino alle radici della lingua madre, così che dai territori a cui appartengono possano affacciarsi a noi come spirito del tempo. Un collante che idealmente tiene insieme l’autenticità espressiva di due film che mettono in discussione la tenuta e il punto di vista consentito allo spettatore. Il film di Alberto Rizzi è una moderna tragedia greca, un western veneto, nell'estremo Nord-Est italiano. È l’intreccio di vite dissolute, di rancori e orrori domestici, ambientato in un triveneto montano e inaspettato dei Monti Lessini. I protagonisti di SQUALI, sono degli animali fossili, mossi dagli istinti primari, avidità, fame, amore, sopravvivenza. Eppure tutti e tre i fratellastri e la sorellastra Camaso, sono in certa di una forma di salvezza, di redenzione, o forse banalmente di riscatto. ANIME GALLEGGIANTI è invece un viaggio magico nella terra atemporale della Sardegna ispirato alle “Metamorfosi” di Ovidio, che mescola la mitologia classica con temi contemporanei, la tradizione letteraria con i rituali locali, il metodo documentario con la fantasia. L’opera prima di Maria Giménez Cavallo è un viaggio cinematografico che reimmagina le storie appassionate dei personaggi più intriganti di Ovidio: Persefone, Aracne, Orfeo, Callisto, Europa e Dafne, i cui destini intrecciati culminano durante i riti carnevaleschi che evocano fertilità, vita e morte. Così come le anime di Ovidio vagano da un corpo all'altro, trasformandosi senza confini tra le specie, il film vaga da un personaggio all'altro, da un luogo all'altro, legato dalla narrazione del filosofo Pitagora. A completare il programma del Panorama Italia ci sono storie affini nella genesi produttiva, ma diverse nel tentativo di rappresentare frammenti di memoria, conflitti, amore e tenerezze. OGNI PENSIERO VOLA di Alice Ambrogi è un docufilm che esplora in profondità - attraverso interviste coinvolgenti e toccanti – il delicato tema della salute mentale nei giovani, sfidando pregiudizi sociali e combattendo le narrazioni erronee spesso associate all’argomento. Il messaggio è potente e positivo e offre speranza per il futuro. COME QUANDO ERAVAMO PICCOLI di Camilla Filippi è il racconto autobiografico di quello che resta di una famiglia: Michele, Camilla e lo Zio Gigio, il vero collante emotivo di tutto il racconto. La struggente fragilità della sua intera esistenza si riflette nella quotidianità, in ogni parola e ogni passo di questo viaggio nel tempo tra chi è rimasto per dovere e chi se n’è andato per sopravvivere.
SERIE
SERIE - Alice nella città conferma il suo sguardo sul racconto seriale legato alle nuove generazioni. Indipendentemente dalla tipologia e dal formato, risulta evidente ormai quanto il genere abbia maturato un approccio stilistico di inconfutabile impronta cinematografica. Il discorso sui generi narrativi trova nel racconto seriale lo spazio ideale per indagare in profondità la dimensione del cambiamento, che mette in luce aspetti ambigui e complessi con momenti di caduta, di abbandono e di riscatto. In questo senso, THE BAD GUY c’interessa perché sperimenta l’invenzione, ribalta la realtà, riesce ad innovare il genere con un linguaggio veritiero tra il dramma e il comico che la rendono folle, inedita, libera dai generi e dalle convenzioni. Forse per questo moderna agli occhi di un pubblico di ragazzi. Nella seconda stagione, presentata in anteprima al Festival, tornerà il suo protagonista, Luigi Lo Cascio, nel doppio ruolo del magistrato Nino Scodellaro e del mafioso Balduccio Remora, l'eroe che si fa antieroe ma che mantiene vivo l’amore per la moglie Luvi, interpretata da una bravissima Claudia Pandolfi. Sono storie ribelli che si liberano dagli stereotipi, preziosissime per ragazzi e adulti; diventano quasi, attraverso le narrazioni proposte, il ritratto di una generazione e dello speciale modo di sentire l’adolescenza. LA LEGGE DI LIDIA POËT, pioniera delle battaglie per l’emancipazione femminile, ne è l’esempio più vivo. Una donna che lottò per più di trent’anni prima di poter esercitare la professione forense. Ma ciò che la rende speciale è la capacità di uscire dai luoghi in cui nascono. Lidia Poët è una donna sagace, giovane, perspicace, acculturata e tagliente, impersonificata da una Matilda De Angelis che anche al di fuori dello schermo incarna l’immagine della giovane attrice di talento che non ha paura di mostrare le sue imperfezioni e le sue fragilità. Per questo, meritano un’attenzione particolare, perché attraverso le serie passano tantissime emozioni, allusioni e metafore che contribuiscono a definire i desideri, le tensioni e i sogni delle giovani generazioni. NUDES mette a tema le conseguenze del revenge porn, nella sua drammatica attualità. La seconda stagione allarga la sua ottica alle vite adulte, anch'esse minacciate dalle insidie di un uso troppo disinvolto dei social media e della tecnologia, mantenendo tuttavia lo sguardo privilegiato dell’universo adolescenziale e sui conflitti tra genitori e figli. Laura Luchetti, che firma la regia dei tre episodi dedicati a Silvia ed Emilio proiettati in anteprima al festival, guarda da dentro l’adolescenza in modo più complesso, senza paura di esplorare la veemente affermazione del desiderio che si contrappone al mondo degli adulti. Quindi, escludere l’iniziazione, il desiderio e il corpo dalla narrazione filmica legata all’adolescenza, vuol dire esporre i ragazzi alla sessualità nelle sue rappresentazioni più estreme. Stefano Mordini intuisce in tutti i suoi lavori, che omettere ai ragazzi le vibrazioni di quelle terre, vuol dire “spossessarli” e negare loro uno strumento di conoscenza indispensabile per riflettere su identità, relazioni, educazione alle differenze. In ADORAZIONE, serie liberamente tratta dal libro Alice Urciuolo, la morte di una ragazza assumerà per ognuno un significato diverso e per ognuno si sovrapporrà alla propria storia personale, a un'educazione sentimentale e sessuale fatta di estremi, in cui l'amore, la tenerezza e il desiderio si mescolano alla sopraffazione, all'umiliazione e alla vergogna. Sarà l’inizio di un viaggio che, tra sospetti e rivelazioni, porterà ognuno dei ragazzi e delle ragazze a fare i conti con la verità delle proprie relazioni e della propria educazione sentimentale. Sono cicli narrativi nei quali dei ragazzini, condannati ad una immobilità evolutiva sono al centro di racconti sulla complessità di un presente che sembra soffocarne il futuro. Trovare le coordinate nei labirinti della complessità per sopravvivere, sembra essere l’elemento che tiene insieme gli adolescenti di NEVER TOO LATE, figli degli attivisti Millennials, che nel 2046 lottano per avere un presente e salvare il loro futuro in una zona della Sardegna dove sopravvive l’ultima grande foresta mediterranea. Cinque ragazzi, decidono di entrare nella foresta, rischiando la propria vita, per scoprire la verità sulla scomparsa dei loro genitori e riprendersi il proprio futuro. Perché per cambiare il mondo... It’s never too late.
23/09/2024, 14:37