Note di regia di "Lonely Fans"
L’idea di questo cortometraggio non nasce da un momento all’altro, è la summa di tutto quello che ho provato da quando mi sono trasferito a Roma otto anni fa per seguire il mio sogno di fare cinema. Un po’ alla volta, anno dopo anno, idee, sensazioni, suggestioni, si sono accumulate tra i miei appunti, fino al momento in cui hanno preso la forma di una storia organica. La storia di Laura però non è soltanto la sua, è quella di decine di persone che ho conosciuto o anche solo visto passare nella mia vita e in parte, anche la mia. Ho riflettuto sul passaggio che avviene tra la fine dell’adolescenza e l’inizio dell’età adulta, quello è il momento in cui muoviamo i passi decisivi verso il “noi” che vogliamo essere in futuro, ma quel noi ci somiglia davvero? Saremo felici una volta che lo diventeremo? Nei sogni di bambina di Laura, diventare attrice sembrava qualcosa di magico, ma spesso la realtà uccide un po’ quella magia. Non è semplice raggiungere il proprio sogno, e spesso non abbiamo idea della strada che dovremo percorrere per arrivarci, ma quanta disillusione siamo disposti a tollerare lungo questa strada senza che ci svuoti? Cercare la propria identità, sopportare ciò che il proprio sogno implica, cercare vicinanza e contatto umano in un mondo iper connesso che dilaga di solitudini: è questo ciò di cui ho sentito il bisogno di parlare attraverso Lonely Fans. Le grida finali sulla musica rabbiosa - mentre il primo piano di Laura si sovrappone alla veduta di Roma - sono quel mostro di emozioni che ci esplode dentro mentre tentiamo la vita in un mondo ignoto.
Fabrizio Pesaro