TRIFOLE - Gabriele Fabbro: "Ispirato dalle Langhe"
L'opera seconda di
Gabriele Fabbro, "Trifole - Le Radici Dimenticate", uscirà in sala in tutta Italia giovedì 17 ottobre. Girato nelle Langhe, è ambientato nel mondo dei
trifolau, i "cacciatori di tartufi".
Gabriele, prosegue il percorso nella valorizzazione delle tradizioni italiane...
Sì, questa idea mi sta guidando nelle prime opere per il cinema, era così in "The grand bolero" con il mondo degli organi a canne e dei restauratori e ora pure, con i tartfi. Ho vissuto sette anni a Los Angeles, ho studiato e lavorato lì: per un bel po' di tempo ho pensato sarebbe stata la mia casa, volevo fare film lì non su storie italiane!
Poi pian piano sono cresciuto di mentalità e in Italia ho iniziato a scoprire un sacco di persone che svolgevano vite interessanti, un sacco di tradizioni che nessuno all'estero conosce. Da qui l'idea mi è venuta naturale: l'ho sperimentato nel primo film, negli USA ho visto la meraviglia negli occhi degli spettatori, erano incantati da luoghi e storie italiane. Così spero di non far morire tradizioni, che sono purtroppo a rischio estinzione, provo a renderle immortali con il cinema.
Come ha lavorato, tra Stati Uniti e Langhe?
Per un paio di anni ho fatto proprio avanti e indietro, poi dal 2023 mi sono trasferito nelle Langhe. Ho cercato di incontrare più gente possibile, prima non sapevo nulla di quel mondo, sono anche andato a tartufi!
Con Ydalie Turk, la protagonista e co-sceneggiatrice, abbiamo raccolto un sacco di storie e di leggende locali, abbiamo cucito la struttura narrativa del film, quasi con un approccio documentaristico anche se è tutto fiction.
L'atmosfera fantasy, di mistero, che prende la storia mi è stata ispirata da tutto questo, ogni volta che i
trifulau partono a caccia è una vera avventura. Anche una battuta del personaggio di Orsini, quando si lamenta di avere intorno quasi solo vigne mentre una volta era tutta foresta, viene da questi incontri.
Come ha costruito il cast del film?
Con Ydalie è stato molto semplice, siamo andati a scuola insieme a Los Angeles, abbiamo fatto molti corti io da regista e lei da attrice, siamo ormai abituati. Abbiamo scritto insieme anche il primo film e lavorando a questo, a un certo punto abbiamo capito che stavamo scrivendo ci siamo accorti che il personaggio di Dalia le somigliava molto, è stato naturale affidarlo a lei.
Margherita Buy, oltre a essere bravissima, ha una grande somiglianza fisica con Ydalie. E' un'attrice che trasmette le emozioni, le ho chiesto di "togliere" al suo personaggio, doveva anche essere molto fredda in alcuni momenti.
Con Umberto Orsini è stato un incontro speciale, mi ricordava molto mio nonno, è appassionato, energico. Ci siamo trovati benissimo, c'è stato un rispetto reciproco che non era scontato, non me lo aspettavo da un gigante come lui. Ha 90 anni ma è ancora curioso come un bambino!
Senza dimenticare Birba!
Certo! Abbiamo fatto tanti provini anche per quel ruolo, anche se abbiamo escluso i cani da set. Ne serviva uno da tartufo, sono molto silenziosi e hanno un comportamente tutto loro, impossibile da imitare.
Birba era l'unico cane che non era agitato, aveva un atteggiamento unico (anche quando va a caccia di tartufi, lo fa diversamente, non vuole mangiarli ma li porta al padrone!), è davvero un animale in simbiosi con la natura e rispettosissima del suo padrone.
Pronto all'uscita in sala?
Sì, sto seguendo attentamente le indicazioni della distribuzione! Avremo un paio di anteprime, a Roma e Torino, e poi proiezioni-evento in giro per l'Italia, anche nelle Langhe ovviamente. Io e Ydalie saremo presenti sempre con Birba, e in alcune occasioni anche con Umberto.
11/10/2024, 19:55
Carlo Griseri