Note di regia di "L'Amore e altre Seghe Mentali"
C’era una volta la coppia. Indissolubile legame d’amore o società di mutuo soccorso, comunque la si voglia vedere, la coppia era di fatto la base delle nostre relazioni affettive. Un solido archetipo composto da due persone, ciascuna con un proprio ruolo ben preciso. Poi i ruoli entrarono in crisi, il consumismo sentimentale prevalse, la solidità fu sostituita dalla liquidità e la coppia dichiarò il proprio fallimento. Gli uomini e le donne tornarono ad essere liberi. Liberi di “godersi” la propria solitudine. “L’amore e altre seghe mentali” è uno sguardo ironico e dissacrante sullo stato attuale della coppia. Il protagonista è Guido, quarantenne, single, decisamente affascinante, che, dopo una dolorosa ferita amorosa che lo ha profondamente segnato, ha deciso di rifiutare qualsiasi tipo di impegno per vivere una sessualità totalmente solitaria. In altri termini Guido si “ammazza di pippe”. Ma non quelle ansiose e frustrate dei tredicenni coi brufoli. E neppure quelle torbide e cupe dei maniaci sessuali. Quelle di Guido sono per così dire, pippe gioiose e consapevoli. Guido ha elevato la masturbazione a paradigma della sua vita affettiva. Aiutato da una futuristica tecnologia a base di “metaverso”, nelle sue fantasie Guido può scegliere con chi andare, sperimentare, esplorare, avventurarsi in territori sconosciuti e soprattutto, può fare tutto questo senza alcun legame. Zero impegni, zero relazioni, uguale, zero possibilità di restare delusi. Nelle pippe di Guido è tutto perfetto. Una scelta sicuramente estrema, ma d’altronde basta dare un’occhiata allo stato delle coppie intorno a lui per rendersi conto che in fondo non si è perso un granchè. Sarà l’incontro con Giulia, una ragazza semplice ma profondamente autentica, gioiosa e naif, a rimettere tutto in discussione. Per la prima volta qualcosa si incepperà nelle spensierate pippe di Guido. In un esilarante e metaforico gioco dialettico Giulia, pur nella fantasia erotica, si rifiuterà di concedersi tanto facilmente, invitando Guido a mettersi in gioco sul serio.
Per raccontare questa storia che nello stesso tempo è romantica e dissacrante, lieve e caustica, spudoratamente realista e fantasiosamente audace, la prima cosa che mi occorreva era il cast giusto. Quando cammini sul filo dell’ironia, fra comicità e sentimento, servono attori in grado di maneggiare con attenzione tutti gli ingredienti. La ricerca non è stata facile ma alla fine ho trovato le persone giuste. Per il look del film invece mi sono lasciato influenzare dall’elemento più tecnologico e futurista della trama, scegliendo una fotografia pop e dinamica che riuscisse a restituire alla visione la complessità del mondo che ho scelto di narrare.
Giampaolo Morelli