A Mola di Bari dal 25 al 27 Ottobre torna una nuova edizione di
Ignoti alla città la rassegna di documentari dedicata alla memoria militante della regista Cecilia Mangini. 3 giorni di documentari, talk, mostre, live a ingresso libero.
Il programma dell'edizione 2024 inizia venerdì 25 Ottobre alle 20, con l’inaugurazione della mostra fotografica “
Non scherzare con la corda del boia. L’iraq dopo Saddam” di Savino Carbone. A due decenni dall'operazione Iraqi Freedom che ha destituito Saddam Husaiyn, incontrastato rais del paese dal 1979, il lavoro fotografico indaga le conseguenze del conflitto più sanguinoso del XXI secolo, che ha plasmato le sorti del Medio Oriente contemporaneo e il rapporto dei paesi dell'area con l'Occidente. Tra le macerie della storia recente, Savino Carbone segue i fantasmi di una nazione in perenne rifondazione.
Dialogheranno con l’autore, Michela Frontino, giornalista e curatrice, e Laura Silvia Battaglia, reporter specializzata in aree di crisi e conflitti.
La seconda giornata, sabato 26 ottobre, si apre alle 18.30 con la masterclass del regista italo-svedese
Erik Gandini, “Il futuro attraverso il presente” aperta ad appassionati di cinema documentario, registi/e, studenti e studentesse di cinema.
Erik Gandini è un regista, scrittore e produttore, nonché professore di cinema documentario alla Stockholm University of the Arts. Ha prodotto e diretto numerosi documentari acclamati a livello internazionale, tra cui Surplus - Terrorized into Being Consumers, che ha vinto il Main Prize all'IDFA 2003 ed è stato proiettato in oltre 70 festival in tutto il mondo. Videocracy è stato presentato alla Mostra del Cinema di Venezia, al Toronto IFF, all'IDFA nel 2009 ed è stato nominato per il DOX:AWARD al CPH:DOX. Nel 2015, The Swedish Theory of Love è stato presentato in anteprima al Festival internazionale del cinema di Stoccolma e ha fatto un tour di successo nei festival internazionali.
Alle 20.30 proiezione del documentario "
After work” di Erik Gandini: nei prossimi 15 anni la maggior parte dei lavori esistenti oggi potrebbe scomparire per via dell’automazione e dell’Intelligenza Artificiale. Potremmo presto dover ripensare al ruolo che il lavoro ha nelle nostre vite come elemento centrale della nostra esistenza. Siamo pronti per questo cambiamento? Cosa faremo quando non dovremo più lavorare? L'approccio di questo documentario è esistenziale, curioso e cinematografico. Esplora, attraverso personaggi e storie di quattro continenti, che cos'è oggi il lavoro e come potrebbe essere l’esistenza libera dal lavoro.
A seguire incontro con l’autore moderato dal giornalista Livio Costarella.
Infine l’ultima giornata del festival, domenica 27 Ottobre prevede alle 19.30 un evento speciale: il Live podcast “Un faro sul Mediterraneo” scritto e letto da Davide Ricchiuti e disegnato dal vivo da Roberta Cagnetta.
Un viaggio sui generis nel Mediterraneo che parte dalla lampadina di un faro costruito su un’isola disabitata e che illumina un percorso attraverso la letteratura e la filosofia, senza dimenticare alcune singolari storie legate al Maestrale, allo Scirocco e alla Bora: tutti venti che hanno avuto un'influenza decisiva sulle vite degli abitanti del Mediterraneo.
Alle 20.30 proiezione del documentario “Approdi” diretto da Lorenzo Scaraggi da un’idea di Nicolò Carnimeo. Questo film indaga l'identità più profonda dei porti pugliesi, in una lunga navigazione a vela tra Ionio e Adriatico che prende spunto dalla visione geopoetica del “Breviario Mediterraneo” di Predrag Matvejevic. Ciascuna tappa segna un incontro che approfondisce un tema, ne sono protagonisti lo scrittore Alessandro Vanoli a Monopoli, l’archeologa Rita Auriemma ad Egnazia, la scrittrice Enrica Simonetti a Giovinazzo, il direttore d’orchestra Roberto Soldatini a Trani, il direttore di Limes Lucio Caracciolo a Bari mentre lo scrittore Bjorn Larsson narra Brindisi e le coste del Salento. Sono protagonisti tutti gli approdi e gli angoli più suggestivi della costa pugliese come Torre Guaceto o le scogliere di Leuca.
A seguire incontro con gli autori, moderato dalla giornalista Maria Grazia Lombardi.