Note di regia di "Revival"
La prima volta che ho letto la sceneggiatura, mi sono concentrato su come rappresentare un aldilà, qualcosa che potesse esistere oltre la vita . Dopo ho deciso di cambiare prospettiva, raccontando l’ossessione di un uomo che, con il pretesto di ritrovare la moglie defunta, prosegue in realtà la ricerca iniziata con lei per capire se esista una vita dopo la morte. Ho deciso di utilizzare ambientazioni che evocano il reale , ma con elementi surreali o privi di dettagli (come l’eliminazione della bocca o dello sguardo). Mi sono concentrato su quei momenti in cui le vittime sono sospese tra la vita e la morte, in una sorta di limbo che rappresenta un purgatorio. Gli effetti speciali sono volutamente semplici: non devono distruggere il senso del reale, ma costruire un’ambientazione inesistente. I muri non crollano come pareti normali, ma rappresentano il distacco del protagonista dalla realtà. Con Michael Paré , che interpreta il dottore folle, abbiamo lavorato per renderlo più un ricercatore ossessionato dalla verità che un semplice medico. L'idea era quella di inserire un concetto di alchimia in un mondo scientifico, un'alchimia che, grazie a un siero, permette ai personaggi di vedere oltre la vita. In sceneggiatura, questo si rifletteva nel desiderio del dottore di far sì che le sue vittime incontrassero la moglie per lui; ho voluto semplificare questo aspetto, concentrandomi più sulla ricerca.
A livello di regia, ho scelto di creare momenti molto lenti, per riflettere l'atmosfera claustrofobica del laboratorio, che diventa l'ambientazione principale. Questa lentezza rappresenta l'agonia di chi è bloccato in un letto d’ospedale: io stesso, dopo un incidente, ho trascorso sette mesi immobilizzato e, sebbene tutto intorno sembrasse muoversi a velocità diverse, percepivo le cose più velocemente, mentre chi mi osservava da fuori vedeva solo staticità e lentezza. Volevo trasmettere questa sensazione: i protagonisti sono bloccati, e tutto intorno appare immobile, quasi al limite della noia, quella noia sospesa tra la vita e la morte. Sono particolarmente felice di aver portato Jonv Joseph sul grande schermo, un attore straordinario. È stato un piacere lavorare con Michael Paré e Louis Mandylor , che hanno dato vita ai personaggi in modo eccezionale. Ringrazio la troupe che mi è stata accanto, ma un ringraziamento speciale va a Edoardo Viterbori per il montaggio, che ha condiviso la mia visione iniziale. Quando il montaggio e la musica di Sergio Cammariere hanno dato forma a questa visione, mi sono rassicurato: anche se il film può sembrare lento, era esattamente ciò che cercavo.
Dario Germani