FILMMAKER FESTIVAL 44 - "Il Pianto degli Eroi":
La battaglia epica dentro il carcere
All’interno di un carcere si svolge da dieci anni una guerra tra due clan rivali per il potere e la vendetta. Degli attori detenuti mettono in scena una riedizione dell’Iliade di Omero e delle Troiane di Euripide, a loro sono affidati i ruoli maschili, mentre ad attrici professioniste si affidano le parti dei personaggi femminili. Umanità e redenzione si intrecciano nel documentario "
Il Pianto degli Eroi - L'Iliade e le Troiane nel Carcere di Bollate" di
Bruno Bigoni e
Francesca Lolli, realtà e finzione si sovrappongono, personaggio e maschera si mescolano ai corpi degli attori, per deflagrare sulla scena e riportare a galla archetipi, sensazioni e lotte epiche. Interessante che i due autori abbiano messo all'inizio del loro lavoro le interviste agli attori, prima di farli vedere "in parte", per facilitare lo spettatore in questa immersione nel meta-teatrale.
Fotografato con un bianco e nero secco che riporta alle atmosfere del bellissimo film dei Taviani "
Cesare non deve morire", "
Il Pianto degli Eroi", racconta molto bene il rapporto tra detenuti e teatro e la collaborazione stretta tra attori professionisti ed operatori che si dedicano alla creatività, dentro il difficile mondo carcerario. Colpiscono i volti, le espressioni, la dedizione di questi uomini che la vita ha portato probabilmente verso un passo falso obbligato, pagando anni di pena per una situazione sociale ed economica per loro avversa. Il teatro diventa un' ulteriore possibilità di riscatto per chi è dietro le sbarre e dunque la sovrapposizione tra l' eroe e il vinto dalla vita reale, diventa ancora più forte dal punto di vista drammaturgico.
Il tema vincente del film sta proprio nella possibilità di dare nuovo significato a dei vissuti tragici, si cerca di comprendere il conflitto del mondo esterno in modo autentico, offrendo per chi recita ( ma anche per chi guarda ) un’inedita chiave di lettura. I due autori insistono proprio sulla ricerca di significato nel testo: "
Parole come violenza, sopraffazione, vendetta, paura, pianto, disperazione, rabbia, amore perduto, nostalgia, vergogna, odio, perdita, vulnerabilità, dolore, onnipotenza, forza, fragilità, morte, disgrazia, sventura, ostilità, sottrazione, vulnerabilità, perdita crudeltà, compassione, coraggio, tradimento, distruzione, sangue gravitano attorno al concetto di guerra, e sono state il fulcro della nostra messa in scena." "Artaudianamente" la guerra, l'eccesso, la crudeltà diventano proprio il centro per l'interpretazione del mondo contemporaneo ma anche una precisa presa di posizione politica ed etica di non belligeranza.
16/11/2024, 18:38
Duccio Ricciardelli