EFEBO D'ORO 46 - I premi
Va a
Salve Maria di Mar Coll (Spagna 2024) il
Premio Efebo d'Oro per il miglior film tratto da un'opera letteraria della 46a edizione dell'Efebo d'Oro Film Festival. Ad assegnare il premio - del valore di 1.000 euro - la giuria composta da Marco Alessi (produttore), Laura Busetta (docente di cinema e media all’ Università di Messina), Clarissa Cappellani (direttrice della fotografia). La giuria motiva così la sua scelta: «Tratto dal romanzo Las madres no di Katixa Agirre, Salve Maria si accosta a un tema complesso, poco esplorato e universale come quello della maternità dolorosa, andando al di là della depressione post partum per arrivare fino al rifiuto della responsabilità genitoriale. Muovendosi fra reale e immaginario, il film, girato in 35 mm, gioca con consapevolezza dentro generi cinematografici diversi, dal thriller fino all’horror. L’intensa attrice Laura Weissmahr ci conduce dentro la mente di Maria, una scrittrice divisa fra urgenze del quotidiano e ambizione creativa, che si spinge oltre i propri limiti e le proprie paure».
A
Me, Maryam, the Children and 26 Others di Farshad Hashemi (Iran 2024) viene consegnato il Premio Efebo Prospettive per film opera prima o seconda – del valore di 1.000 euro - dalla giuria composta da Chiara Agnello (casting director e regista), Giuseppe Carleo (regista e sceneggiatore), Constanze Ruhm (filmmaker, regista, artista), Giuseppe Schillaci (regista), che così si esprime sulla sua scelta: «Assegniamo il premio per il miglior film a Me, Maryam, the Children and 26 Others per aver saputo coniugare, attraverso un'elegante comicità ed una leggerezza poetica, impegno politico, complessità della vita quotidiana e riflessione sull'essenza del cinema stesso». La stessa giuria assegna una menzione speciale a
Bagger Drama di Piet Baumgartner (Svizzera 2024) con la seguente motivazione: «Vogliamo manifestare il nostro apprezzamento per questa opera prima intensa e delicata, in cui la danza meccanica degli escavatori (i "Bagger"del titolo) rappresenta l'ultimo feticcio di una famiglia esplosa nel tentativo di sopravvivere al lutto. Una scrittura affilata e una regia mai banale sorprendono lo spettatore con un continuo cambio di fuoco sui personaggi, incarnati con raffinatezza dal cast, per mostrarli fragili e soli nella propria ricerca d'amore».
Sempre a Me, Maryam, the Children and 26 Others va il Premio Michele Mancini, rivolto alla migliore opera prima o seconda (fra quelle della sezione “Efebo Prospettive”) e assegnato da una giuria formata dagli studenti dei corsi di cinema dell’Accademia di Belle Arti di Palermo e della Sede Sicilia del Centro Sperimentale di Cinematografia. La giuria motiva così la sua scelta: «L’invasione del privato diventa occasione di piacere e di dolore rimanendo nell’ambiguità della solitudine. Per aver toccato temi quali il legame con i luoghi e gli oggetti e il concetto di famiglia, per essersi efficacemente inserito nella tradizione metacinematografica iraniana». La stessa giuria riconosce una menzione speciale a
Joqtau di Aruan Anartay (Kazakhistan 2024) che «attraverso il viaggio del protagonista, il regista ci porta a scoprire il tema del lutto come ricongiungimento alle proprie origini con sensibilità e delicatezza».
A Salve Maria va anche il Premio A.N.D.E.(Associazione Nazionale Donne Elettrìci) «per la straordinaria capacità di affrontare con coraggio e profondità un tema complesso e spesso ignorato: le ombre della maternità. Attraverso la figura della protagonista, il film esplora il confine tra senso di colpa, paure personali e pressione sociale, offrendo uno sguardo autentico e non convenzionale sull’identità femminile. La regista intreccia con maestria immagini potenti e narrativa creando un'opera che stimola la riflessione collettiva e sfida i pregiudizi, dando voce a realtà troppo spesso silenziate in cui il rischio è una solitudine che genera mostri».
E ancora, sempre su Me, Maryam, the Children and 26 Others cade la scelta del pubblico di questa edizione dell'Efebo d'Oro Film Festival.
18/11/2024, 14:12