Note di regia di "Diamanti"
Come accade quasi sempre per i miei lavori, che siano Film, Romanzi o Spettacoli teatrali, parto da un'esperienza personale, ricordi di vita, talvolta forti suggestioni e perfino visioni trasfigurate come potevano essere le mie Fate e le Magnifiche Presenze.
Domina sempre uno spunto autobiografico. E questo film scava nella memoria di quando negli anni '80 come aiuto regista frequentavo le sartorie di cinema e teatro - Tirelli tra le più celebri - dove incontravo i grandi costumisti e naturalmente registi importanti, attrici, attori. Luoghi che mi affascinavano, sentivo l'incanto di quei santuari laici del bello dove la creatività si declinava con ingegno, forte laboriosità e dedizione.
A quelle stanze animate soprattutto di donne mi sono ispirato per sviluppare l'idea di Diamanti, un cinema raccontato e “vestito” attraverso le storie di chi quei costumi li inventa, li disegna , ne testa i tessuti, palpa le stoffe, ricerca ostinatamente i punti di colore perfetti, le decorazioni, la mania per i dettagli che contribuiscono all'armonia della confezione finale, a volte veri capolavori. E' anche un omaggio alla ricca tradizione dello stile, dell'eleganza raffinata e confortevole allo stesso tempo, alla grande artigianalità, e nell'evocare tutto questo ho voluto mostrare tra gli altri anche i costumi originali di Claudia Cardinale nel Gattopardo e Romy Schneider in Ludwig, entrambi film di Visconti. Questo progetto era l'occasione ideale per potere raccontare un mondo attorno al quale eleggere le donne a protagoniste assolute e l'ho fatto convocandone molte di quelle con cui ho lavorato nella mia carriera e con le quali mantengo, laddove possibile, rapporti di affetto oltreché stima professionale. Nel mio lavoro ho sempre avuto un’intesa molto bella con le attrici e io sono attratto dalle storie di donne, di quelle che hanno un rapporto di parentela, mamma e figlia, o sorelle come in questo caso. Qui volevo trasmettere il rapporto che sentivo tra quelle meravigliose sarte di un tempo, ho visto che quando le donne lavorano insieme sanno dimostrare grande affetto e solidarietà tra loro. E la stessa complicità è nata sul set tra le attrici, che durante la pausa pranzo, ad esempio, se ne andavano a mangiare tutte insieme in una stanza .
Mi piaceva l’idea di collocare le stesse attrici in due diverse epoche, per mostrare come possono trasformarsi fisicamente e nel carattere. Diamanti è anche un’opera che riconduce ad un periodo della mia gioventù, c'è la nostalgia per quel mondo ormai scomparso, abiti così non si fanno più, oggi si riadattano quelli esistenti.
Il film è dedicato a Mariangela Melato, Virna Lisi e Monica Vitti, tre donne e attrici straordinarie con le quali avrei voluto lavorare ma per un motivo o per l’altro le cose non sono andate come avrei voluto.
Ferzan Ozpetek