MAMADOU KOUASSI PIL ADAMA. LA LOTTA DELLA MIGRAZIONE -
Un piccolo e rigoroso oggetto di esperienza urgente
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Io capitano" di Matteo Garrone è uno dei film, perlomeno politicamente, più importanti e incisivi del panorama del cinema italiano industriale degli ultimi anni, e il suo spostamento di sguardo (quando neorealista, quando fiabesco) sulla questione della prospettiva del migrante ha risvegliato un qualcosa nel nostro pubblico, spesso avvezzo a stereotipi e archetipi, grazie a un'intensa storia di responsabilizzazione di fronte all'ingiustizia del mondo umano e alla grandiosità imprevedibile del destino. Al centro di quella storia però c'è un'esperienza vera e reale, quella di un uomo,
Mamadou Kouassi Pli Adama, ivoriano, classe '83 - la sceneggiatura di Garrone (e Ceccherini e Gaudioso e Tagliaferri) reinterpretava la sua reale esperienza nella traversata del deserto, cercandovi una chiave universale. Ma la verità va oltre l'esperienza del film, che si ferma appena prima della vita in Italia, dell'effettivo confronto tra l'uomo immigrato dall'Africa e la cultura europea, con l'idillio dell'Occidente che scompare insieme a una nuova, multiculturale forma di responsabilizzazione sociale.
È su questo che si concentra M
amadou Kouassi Pli Adama nelle risposte all'intervista (domande a cura di Giuseppe Grimaldi) che fa da perno al breve documentario d'inchiesta di
Andrea Fantino "
Mamadou Kouassi Pli Adama La lotta della migrazione", un piccolo e rigoroso oggetto di esperienza urgente, politica. Alternata a stacchi musicali e a riprese di repertorio dei disordini seguiti agli eventi di Rosarno del 2010, la sequela di accurate riflessioni sociali del Nostro costruisce un lucido ritratto di una versione dei fatti dall'interno, un punto di vista troppo spesso zittito, censurato, problematizzato.
19/12/2024, 16:04
Nicola Settis