Note di produzione di "ACAB La Serie"
ACAB e Cattleya hanno una storia. Che nasce dal libro di Carlo Bonini, dal suo saper fare del mondo quotidiano un racconto, e cresce dentro lo sguardo unico, forte, del primo film di Stefano Sollima. Oggi questa storia arriva alla serialità, grazie a quel gioco magico tra letteratura, grande e piccolo schermo, che Cattleya ha sempre molto amato.
Abbiamo creduto a questa nuova veste di ACAB fin dal primo momento in cui ne parlammo con Netflix, che eravamo certi fosse il compagno giusto per quest’avventura. Abbiamo condiviso subito l’obiettivo di una serie fortemente moderna dove i canoni del genere d’appartenenza scorrono dentro nuovi angoli d’osservazione su un mondo che si pensa di conoscere.
ACAB racconta quindi le missioni di un Reparto Mobile la cui fama è seconda a nessuno quando si parla di ordine pubblico da mantenere. Ma ci permette anche di sbirciare dietro le quinte di questa arena pubblica. Sono quinte fatte di vite private, in cui il disordine fagocita tutto e richiama sentimenti e bisogni primari in cui sembra possibile riconoscersi.
Non c’è in questo racconto un’ambizione giudicante. Quello che ci ha convinto fin dall’inizio, nella prospettiva di Gravino e Bonini, è stata la possibilità di dar vita ad un mondo al centro del quale piazzare una sedia, dove lo spettatore potesse sedersi, guardare e magari sentirsi un pò scomodo, tanto nell’empatia inattesa, quanto nella critica più nera.
Che poi è quello che compete ad ogni storia che ci piace: lasciare un’emozione, un pensiero nuovi. Di qualunque natura siano.
Anche per questo, quando dovevamo trovare il regista adatto a questa sfida, abbiamo pensato immediatamente a Michele Alhaique.
Michele ha non soltanto un talento evidente, una visione personale ed autentica, ma anche una sensibilità distinta per il racconto dei personaggi, che sposa perfettamente questo desiderio di ritratti psicologici al limite. Il suo modo di rappresentare questo mondo è fortemente originale e ha valorizzato moltissimo anche gli sforzi produttivi più importanti, che sono un altro elemento fortemente riconoscibile della serie.
Mazinga, Michele, Marta, Salvatore e i loro compagni di squadra combattono continue battaglie, interne ed esterne. Si destreggiano tra ordine e caos e ci dimostrano quanto le nostre certezze siano gemelle delle nostre paure e quanto il bisogno di arginare queste ultime sia uno dei più potenti motori dell’animo umano e del suo bisogno di raccontarsi e di immaginare.
13/01/2025, 16:38