UN MARE DI PORTI LONTANI - L'Italia ed i migranti
Dagli anni '90 a oggi, sono morti tra i 50 e i 100mila migranti nella tratta del Mediterraneo. La Guardia Costiera e le ONG cercano quotidianamente di salvare chi si può salvare e di dare ai superstiti, nei loro primi giorni in Italia, le condizioni migliori in cui campare... ma la burocrazia non fa che intralciare con impedimenti che sembrano provenire solo da una malriposta malafede, una risposta carente di fiducia da un governo cinico e loquace come un muro.
Marco Daffra apre il suo documentario, dal titolo "
Un Mare di Porti Lontani", giustamente schierato contro il razzismo inerente delle nostre polizze per l'immigrazione con l'unica immagine immersiva: un'ipotesi di punto di vista di un drammatico annegamento. Poi si susseguono fotografie, rappresentazioni grafico-allegoriche, viste di luoghi significativi, e soprattutto interviste dirette ai rappresentanti delle ONG (Emergency, Open Arms) che spiegano i loro metodi di lavoro e i punti di partenza delle loro opinioni politiche, parallele naturalmente al pensiero alla base del loro lavoro.
Le giurisdizioni italiane, in particolare quelle legate alla collocazione dei porti adibiti al ritorno dei migranti dal salvataggio dopo il soccorso da parte di un'ONG (molto al Nord rispetto alla maggior parte degli incontri a mare aperto che si trovano sotto Sicilia e Calabria), hanno messo a punto una serie di legislazioni proibitive rispetto al diritto umano internazionale.
Il dramma della vicenda è quanto di più tragico e l'indifferenza di chi, lontano da queste esperienze, potrebbe fare qualcosa e sta fermo, anzi, infierisce, lascia sempre più tristi e arrabbiati, cosa che Daffra non nasconde né nelle emozioni degli intervistati né in quella della sua voce narrante/del suo narratore. L'approccio televisivo e didattico del lavoro è il registro adatto per sensibilizzare sul tema.
Un monito duro che ci ricorda le complicità del nostro Paese. Ma è un delitto reprimere la speranza.
15/01/2025, 09:17
Nicola Settis