PELLIZZA PITTORE DA VOLPEDO - Fei: "Alla
scoperta di un artista speciale"
La nuova opera diretta da
Francesco Fei è il documentario "
Pellizza Pittore da Volpedo", in sala il 4 e 5 febbraio dopo una prima alla Festa del Cinema di Roma. Un lavoro biografico e artistico di grande qualità, impreziosito dalla guida di Fabrizio Bentivoglio.
"Sono appassionato di pittura divisionista - spiega Fei - e mentre stavo lavorando al documentario precedente su Segantini ho iniziato a pensare a Pellizza: sono due artisti che si assomigliano molto, anche se per certi versi sono lontanissimi. Avevano un segno pittorico simile e hanno avuto entrambi avuto vite drammaturgicamente interessanti. L'idea di fare i film nasce anche da questo fatto, erano interessanti da raccontare, erano anche entrambi morti molto giovani anche se in circostanze profondamente diverse. Li accomuna anche il fatto che fossero artisti che dipingevano per un loro bisogno vitale, lavoravano per loro stessi, non su committenza".
Grazie a questo lavoro scopriamo molti quadri poco noti.
"Molti suoi quadri non si conoscono, vero: il progetto è diventato fattibile quando ho incontrato l’Associazione Pellizza da Volpedo, nata per la valorizzazione del patrimonio culturale legato alla figura e all’opera del pittore. Loro sono anche grandi conoscitori del mercato d'arte: la fortuna critica di Pellizza, da subito, gli ha fatto vendere molto bene i quadri, che oggi però sono quindi in tante collezioni private difficilissime da individuare. Grazie all'associazione ho potuto conoscere i singoli collezionisti, avere la loro fiducia, entrare nelle loro case e riprendere i quadri, un fatto rarissimo. Altrimenti sarebbe solo il racconto della vicenda umana, così invece c'è tutto".
Per tante persone Pellizza da Volpedo è il pittore del Quarto Stato, e basta.
"Lo capisco, è un quadro di una fattura pittorica incredibile, e anche come contenuto, con quegli operai senza armi o strumenti, alti belli e dignitosi... il valore sociale della marcia di quelle persone, che rappresentano tutti noi, è altissimo. Non è solo questo però Pellizza, il successo - non immediato, come raccontiamo - lo ha fagocitato. E' diventato il pittore di Novecento, grazie a Bertolucci, che lo ha usato nella locandina e se ne è un po' "appropriato". Il quadro colpisce perchè è una grandissima intuizione narrativa: Pellizza era un pittore estremamente cinematografico, che riesce sempre a inquadrare gli avvenimenti con un taglio cinematografico e con grande profondità. Nel Quarto Stato i lavoratori li ha fatti belli, orgogliosi, parlano con le mani, ci sono tante intuizioni moderne: sono tutti gli esseri umani, che affrontano la vita con orgoglio e onestà, sono persone pulite d'animo, per questo ha avuto fortuna per me.
C'è grande dignità e rispetto: non hai paura di loro che marciano verso di te, ti viene voglia di entrare con loro, è una marcia che chiama partecipazione, non ci spaventa".
La presenza di Fabrizio Bentivoglio come arriva?
"Per un documentario simile ci vuole sempre un personaggio che possa aiutare lo sviluppo del racconto, io ho scelto Fabrizio per la coerenza del suo percorso artistico che mi pareva simile a quello di Pellizza. Lui interpreta se stesso, che arriva a Volpedo e scopre il pittore, ne legge le lettere, impara a conoscerlo. Dopo Segantini e Pellizza ora sto tornando alla musica, il mio primo amore, ma in questi anni ho scoperto che raccontare le vite degli artisti è bellissimo, soprattutto se puoi sceglierli tu!".
01/02/2025, 11:12
Carlo Griseri