BERGAMO FILM MEETING 43 - In programma AnReal
- Un focus sul documentario animato
Nell’ultimo decennio, l’interesse verso la narrazione animata della realtà si è fatto sempre più evidente, ritagliandosi uno spazio importante anche all’interno di festival settoriali come DOK Leipzig (per il cinema documentario) o Annecy (per il cinema d’animazione): testimonianza di come, sia dal punto di vista documentaristico che dell’animazione, questa forma ibrida di racconto susciti una particolare fascinazione, oltre che un desiderio di indagine, non solo in chi il cinema lo studia ma anche in chi lo produce, lo crea e lo guarda. Per questo motivo, anche seguendo la sempre più crescente voglia del pubblico di
Bergamo Film Meeting di avvicinarsi e immergersi nelle nuove tendenze del cinema d’animazione, quest’anno la sezione di BFM 43 è un percorso alla scoperta del documentario animato.
Il primo esempio ci viene fornito nel 1918 da Winsor McCay con The Sinking Of The ‘Lusitania’, in cui l’autore, avvalendosi di fatti ricostruiti, ha utilizzato l’animazione per documentare la tragedia dell’affondamento del noto transatlantico inglese da parte di un sommergibile tedesco nel 1915. Fa parte del programma anche il titolo che ha portato la definizione di documentario animato alla sua affermazione: Vals Im Bashir (Valzer con Bashir, 2008) di Ari Folman, presentato nella sezione competitiva ufficiale del 61° Festival di Cannes, contribuì all’ufficiale ammissione da parte della critica di questa tipologia di narrazione filmica: l’animazione come modalità di documentazione diventa, così, parte dei programmi festivalieri, acquisendo legittimità e incontrando un forte interesse anche da parte del pubblico.
Negli ultimi anni sono state davvero molte le produzioni di cortometraggi documentari che hanno usufruito della versatilità dell’animazione per enfatizzare messaggi ed emozioni, per ricostruire storie di persone comuni e straordinarie o i grandi avvenimenti della Storia. Il programma vuole quindi presentare, con una pluralità di tematiche, una selezione che possa dimostrare come l’animazione sia, in maniera del tutto eccezionale, un mezzo per accompagnare lo spettatore alla fruizione della realtà in modo ancora più creativo e puntuale.
Nella selezione sono presenti anche autori che il pubblico del Festival, negli anni, ha avuto modo di conoscere grazie a personali o proiezioni speciali: dopo averli scoperti a BFM 42, ritroviamo José Miguel Ribeiro con Viagem a Cabo Verde (2010), film in cui le voci degli abitanti della città si mescolano ai pensieri del regista e gli sketch disegnati sul posto prendono vita, alternandosi a sequenze animate in 2D; mentre il duo Alexandra Ramires e Laura Gonçalves è presente nel programma con Percebes (2024), film che sta ricevendo importanti riconoscimenti internazionali (tra cui il Cristallo per il miglior cortometraggio ad Annecy nel 2024) e che, rispettando la filmografia delle due registe, è estremamente radicato nella cultura e negli usi e costumi di un territorio, quello dell’Algarve nell’estremo sud portoghese. I percebes, dunque, si fanno contemporaneamente rappresentazione di un’intera comunità ma anche mònito: Percebes (in portoghese “capisci”) invita al rispetto delle tradizioni e alla necessità di una comprensione profonda di queste ultime. Torna anche Regina Pessoa, protagonista di una personale nel 2001, che quest'anno ritroviamo con il suo ultimo lavoro, Tio Tomás, a contabilidade dos dias (2019). Sicuramente una forma anomala di documentario, il film si basa sui ricordi che la regista conserva del proprio zio, avvalendosi anche di quelle sue stesse agende colme di numeri che un tempo, quando era bambina, guardava con fascinazione.
Tanti anche i titoli inediti in Italia: Brand (2019) di Jan Koester e Alexander Lahl è un film che rende tangibile, attraverso un’animazione 3D e una costruzione che strizza l’occhio alla realtà virtuale, l’odio di una comunità nei confronti dell’“altro”. Poi I Died In Irpin (2024) di Anastasiia Falileieva, un racconto personale in cui il trascorrere inesorabile e sempre più drammatico dei giorni ha trasformato un viaggio in visita a dei parenti nel decisivo abbandono della regista della propria città, Kiev, per sfuggire alla guerra. E infine un altro caposaldo di questo filone, Tussilago di Jonas Odell: autore dallo stile inconfondibile, conta nella sua filmografia diversi documentari animati premiati (tra gli altri, Aldrig som första gången!/Never Like the First Time! che vince un Orso d’oro per il miglior cortometraggio alla Berlinale nel 2006) e video musicali animati per artisti del calibro di Franz Ferdinand, The Rolling Stones e U2. In Tussilago, Odell racconta la storia di "A", arrestata in quanto ex compagna di Norbert Kröcher, terrorista della Germania occidentale che nel 1977 venne incarcerato perché sospettato di aver pianificato il rapimento della politica svedese Anna-Greta Leijon. In questo caso l’animazione favorisce la necessità di tenere nascosta l’identità della donna: rimanendo al servizio, sì, ma allo stesso tempo elevando ciò che viene raccontato. Lo stesso criterio viene utilizzato nel secondo lungometraggio in programma: Kék Pelikan di László Csáki (2023), presentato in anteprima al 41° Torino Film Festival, è l’incredibile storia di Ákos, Petya e Laci che, nell’Ungheria degli anni ‘90 subito dopo la fine del comunismo, trovano un metodo ingegnoso per ovviare ai costi improponibili dei biglietti dei treni, falsificandoli usando semplicemente del detersivo per i piatti e la carta carbone Pelikan Blu.
Il sottotitolo della sezione Cinema d’animazione di BFM 43 è, dunque, AnReal: per quanto, a un primo sguardo, possano mostrarsi come racconti immaginari, irreali, in questi film coesistono due forme che si intersecano. Documentario e animazione, nei loro rispettivi statuti universalmente riconosciuti, qui si alimentano a vicenda e portano storie ritagliate dal reale ad assumere una forma nuova che non le snatura ma, anzi, le rinnova.
I registi Jonas Odell e Alexander Lahl saranno presenti a Bergamo Film Meeting.
10/02/2025, 12:04