IL TRASCENDENTE NEL CINEMA - Nuova edizione
aggiornata in libreria venerdì 28 febbraio
Qual è il rapporto tra cinema e sacro? È possibile portare sullo schermo il completamente altro, il divino? Queste sono le domande al centro di questo saggio imprescindibile di
Paul Schrader che, a distanza di oltre mezzo secolo dalla sua prima edizione, viene riproposta in una versione aggiornata con nuovi contributi teorici e una prefazione di Gabriele Pedullà.
Riconosciuto come un classico della critica cinematografica, “
Il trascendente nel cinema” è un testo che continua a tracciare strade e a offrire nuove chiavi di lettura sul rapporto tra immagine e spiritualità. Schrader scrive che «l’arte religiosa è completa quando il suo linguaggio si dissolve nell’esperienza», sottolineando come «il vento soffia dove vuole; non importa, dal momento che tutto è grazia».
Nel libro, Schrader analizza lo stile cinematografico di tre grandi maestri – Yasujirō Ozu, Robert Bresson e Carl Dreyer – esplorando il concetto di cinema lento e la sua evoluzione negli ultimi decenni. L'autore approfondisce il legame tra il cinema e la fenomenologia della percezione attraverso il tempo, ampliando la sua analisi fino a includere registi come Andrej Tarkovskij e Béla Tarr, con il contributo essenziale della teoria di Gilles Deleuze.
Con una prosa evocativa e precisa, Schrader offre una lettura illuminante dello stile trascendentale nel cinema, dimostrando come questa estetica possa diventare un ponte tra esperienza visiva e riflessione spirituale. "
Lo stile trascendentale" - scrive il regista - "
come il vaso, è una forma che esprime qualcosa di più profondo di ciò che è visibile, e cioè l’intima unità di tutte le cose». Schrader spiega inoltre che «quando la strada dell’introspezione e la strada della visione si fondono, lo stile trascendentale nel cinema diventa una cosa sola con lo stile trascendentale di qualsiasi arte, indipendentemente dal fatto che si tratti di mosaici, pittura, arte ornamentale, della cerimonia del tè o di una liturgia sacra".
Nel libro, Schrader approfondisce anche il rapporto tra lo spettatore e il film, affermando che "
lo spettatore si unisce al film in un processo attivo di contemplazione, un’esperienza che non è soltanto estetica, ma spirituale". Egli sostiene che "
la noia diventa uno strumento estetico, un mezzo per trascendere il realismo convenzionale e aprire la porta all’assoluto". Inoltre, sottolinea come "
il cinema lento non è solo una questione di ritmo, ma una modalità di percezione che invita a una più profonda comprensione del sacro".
Gabriele Pedullà definisce il libro "
un acuto studio critico» e «un manifesto per un cinema diverso». Secondo lui ‘Il trascendente nel cinema’ è «un grande classico che continua a tracciare strade, aprire porte, scavare gallerie, costruire ponti che aiutano tutti a pensare più liberamente".
18/02/2025, 17:19