BUBI DENNERLEIN: LEGGENDA DI SPORT,
MAESTRO DI VITA - Anteprima a Roma
Il “papà” del nuoto azzurro: così è stato ricordato
Costantino “Bubi” Dennerlein il giorno della sua scomparsa, poco meno di tre anni fa, era il 5 giugno 2022. Con la stessa riconoscenza, e con infinite altre sfumature che vanno dall’affetto alla gratitudine, dalla stima a una profonda ammirazione, lo raccontano tante voci che nel corso del tempo hanno contribuito a fare la storia del nuoto azzurro. Testimonianze che si incrociano nel film documentario “Bubi Dennerlein: leggenda di sport, maestro di vita”, scritto e diretto da Francesco Zarzana, prodotto dalla figlia di Bubi, Stefania Dennerlein, con il patrocinio dell’ANAOAI, Associazione Nazionale Atleti Olimpici Azzurri d’Italia, del Comune di Napoli, del Panathlon Modena e di Progettarte. Cento minuti per ricostruire una figura iconica e imprescindibile dello sport italiano, affermatosi come nuotatore nella piscina del Circolo Canottieri Napoli, da dove è partito per conquistate 10 titoli e 4 primati italiani, ai quali ha affiancato 2 scudetti come pallanuotista. Ed è stato per 24 anni il leggendario commissario tecnico della nazionale italiana di nuoto. Gli atleti allenati da Bubi Dennerlein hanno vinto oltre 50 titoli nazionali, fra loro si è distinto il fratello di Bubi, Fritz Dennerlein, che ha conquistato due bronzi europei. E un’altra leggenda del nuoto italiano, Novella Calligaris, vincitrice di 3 medaglie olimpiche a Monaco 1972 e dell’oro iridato negli 800, con record del mondo a Belgrado 1973. “Le riprese del documentario – racconta l’autore e regista Francesco Zarzana – sono state caratterizzate da una forte emozione da parte di tutti, me per primo che provengo proprio dal mondo del nuoto e della pallanuoto. Un lavoro fatto con il cuore e con il sentimento”.
“
Bubi Dennerlein: leggenda di sport, maestro di vita” raccoglie appunto le memorie della famiglia del tecnico, di grandi campioni come Novella Calligaris, Marcello Guarducci, Massimiliano Rosolino, Giorgio Quadri e Daniele Masala, ma anche del Presidente del Coni Giovanni Malagò, e di intellettuali che hanno conosciuto e amato Dennerlein, come Giampiero Mughini. La voce narrante del film è dell’attore Mariano Rigillo, amico personale di Bubi Dennerlein. Le musiche originali sono del pianista, compositore e direttore d’orchestra Alessandro Panatteri, con Antonino Costa Direttore della Fotografia. L’occasione per vedere in anteprima assoluta il film arriva dalla proiezione in calendario martedì 25 marzo all’Auditorium Parco della Musica di Roma, nel Teatro Studio Borgna alle ore 18. Con la produttrice Stefania Dennerlein e il regista Francesco Zarzana interverrà, fra gli altri, il presidente del CONI Giovanni Malagò. E sarà proprio Novella Calligaris a condurre una serata speciale, per ritrovare l’emozionante storia di Costantino Dennerlein, “Bubi” per tutti: napoletano di padre tedesco e madre romena, il più importante tecnico di nuoto italiano, con uno straordinario passato da atleta nella sua Canottieri Napoli. Un racconto in prima persona che nel film inizia e si conclude con il mare, con il moto ondoso continuo ed eterno come il suo protagonista: dagli scogli campani, al Circolo Canottieri Napoli, a Vico Equense, a suo fratello Fritz, ai successi con Novella Caligaris e con altri atleti, alle delusioni. Tutti gli ingredienti per raccontare, attraverso le testimonianze di chi l’ha conosciuto ed è stato accanto a lui – fra gli altri Gianni Nagni, Gualtiero Parisio, Renato “René” Notarangelo, Dario Cortese - una figura dello sport italiano non ha eguali nel panorama nazionale: atleta, tecnico e uomo, soprattutto. Il film si snoda attraverso Napoli, e in particolare il Circolo Canottieri, facendo tappa anche a Roma in varie sedi: dal Circolo Canottieri Aniene alla Presidenza del CONI, al Foro Italico. Centrale il ricordo della figlia di Bubi, Stefana Dennerlein: «credo che figure come mio padre non debbano essere dimenticate – spiega - Quello che hanno lasciato nelle generazioni che hanno cresciuto, e che a loro volta riescono a tramandare alle generazioni successive, siano valori intramontabili». Gianni Malagò ripensa a «quella sua alchimia, che ha dell’incredibile: padre tedesco, madre romena, nativo di Portici. Un crogiuolo genetico che ha portato Bubi Dennerlein ad essere rigoroso, serio e inflessibile, ma gli ha donato anche un elemento eclettico e il sense of humour, e soprattutto l’energia e il senso dei colori che può avere solo chi nasce intorno a Napoli. Bubi Dennerlein è stato molto amato: le persone che ha accompagnato nel percorso di crescita, sono rimaste legate a lui come suoi familiari». Spiega Giampiero Mughini che «il nuoto e la pallanuoto erano sport allora considerati per ricchi, perché per praticarli serviva una piscina. Bubi Dennerlein e suo fratello Fritz, hanno avuto a disposizione una piscina e ne hanno fatto il teatro di una straordinaria avventura sportiva e intellettuale: della Canottieri Napoli hanno fatto la Juventus del nuoto».
Il grande nuotatore Marcello Guarducci, suo allievo, racconta: «è stato un po’ come un genitore, ma solo alla fine della carriera sono riuscito a dargli del tu. A quel punto mi è sembrato di aver salito un altro gradino, come se mio padre mi avesse detto che ero cresciuto, e potevo andare per la mia strada».
Novella Calligaris è stata senza dubbio la sua “nuotatrice – feticcio”, l’allieva che ha regalato al tecnico Bubi Dennerlein i successi più sfolgoranti. «La mia storia con lui è iniziata quando avevo 12 anni - ricorda la nuotatrice - Con lui ho imparato che per arrivare nella vita ti devi porre un obiettivo, raggiungerlo, e devi fare un passo alla volta, non guardare troppo avanti. Ricordo la sua emozione prima della finale olimpica: lui che era sempre un uomo di ghiaccio. Ed era stimatissimo anche in America era, mi portò persino dall’allenatore di Mark Spitz, James “Doc” Counsilman». Un ricordo affettuoso che nel film si fonde alla voce di Mariano Rigillo, alter ego di Dennerlein, nel ricordo di un rapporto che ha avuto pochi eguali, fra tecnico e atleta: «Novella cara! Quante battaglie, i nostri due caratteri forti che si mescolavano al profondo reciproco rispetto. Le ho fatto fare prove che forse nessun uomo sarebbe riuscito a superare. Ma Novella era sempre lì, pronta ad affrontare ogni ostacolo a testa bassa. Lei era anche la mia rinascita, quelle braccia esili che sembravano schiaffeggiare l’acqua erano le mie braccia. Non perdeva mai, e io mi impegnavo proprio per farla perdere, per insegnarle a rialzarsi, perché la sconfitta è importante quanto la vittoria. Ma non c’era bisogno, il suo cuore era sempre in ascolto. Non credo di averle mai detto “brava”, ma non so quante volte avrei voluto urlarlo ...»
11/03/2025, 16:00