BFM 43 - PERSONALE di Carmen Trocker
Personale è il primo documentario realizzato dalla regista Carmen Trocker, presentato alla 43.ma edizione del Bergamo Film Meeting nella sezione Visti da vicino.
“Sono invisibile semplicemente perché la gente si rifiuta di vedermi”, è la frase riepilogativa nei titoli di coda del documentario che ci fa comprendere decisamente il concept e il progetto della regista. Entrare nella routine di un lussuoso hotel in cui il personale deve far fronte alle richieste degli ospiti, formando il paradosso di un lavoro svolto così importante e non riconosciuto, fino alla creazione di una comunità affiatata multietnica.
Quello che accade "dietro le quinte" di un hotel non resta che dietro le quinte, In questo contrasto tra luogo e spazio, la raccolta di istantanee del film smonta a poco a poco la sua facciata lussuosa, trasformando un hotel di lusso da un luogo di relax a un luogo di lavoro troppo intenso e purtroppo molto precario.
Il responsabile del personale si assicura che l'equipe si impegni (a un certo punto, si riconosce che sono tutti oberati di lavoro) per uniformarsi alle regole e all'estetica desiderata dell'hotel, unicamente per raggiungere maggiori stelle riconosciute dalla struttura, addirittura esigendo la perfezione geometrica nel posizionamento dei cuscini con la cerniera.
Tra i compiti quotidiani di rifare le camere e le richieste molto meno gradevoli degli ospiti -ad es. di pulire i vestiti macchiati di vomito -, lo staff trova comunque il modo di comunicare attraverso diverse età e diverse culture, anche quando la maggior parte conversa nella seconda, o addirittura terza lingua.
Le lunghe riprese del film si spostano dinamicamente per seguire il personale mentre si muove nello spazio, consentendoci di entrare nella vita dei lavoratori così come veramente è. Al contrario invece, le riprese intervallate con precisione di avanzi di torta e mucchi di spazzatura sono immobili, quasi come un ritratto di nature morte. Quando poi la telecamera inquadra dalla finestra il bellissimo paesaggio esterno, ci sembra quasi non reale.
Anche la parte sonora ha un notevole impatto. Quando il rumore è relegato allo stato ambientale, il suono è sempre presente: il rombo delle lavatrici industriali, il fruscio di lenzuola bianche e fresche, il ronzio delle luci fluorescenti.
Questo documentario ci permette di conoscere qualcosa che non "dovremmo vedere". Non è tutto così piacevole è vero, ma almeno troviamo momenti di bellezza e prossimità, che fanno parte, e per fortuna ancora, della vita reale delle persone.
11/03/2025, 17:44
Luca Corbellini