Note di regia di "Muori di lei"
Da tempo volevo fare un film sul desiderio: è un elemento dirompente nelle nostre vite eppure, nel cinema italiano latita, come se non ci si interrogasse più su quel grumo di energie oscure che ci abita, maschi e femmine. Muori di Lei parla di un ‘uomo che guarda’: sposato con una donna più ricca di lui, superata da poco la boa dei quarant’anni, Luca è un insegnante in crisi che durante il lockdown si ritrova a far da spettatore della vita di Amanda, la nuova vicina, e decide di rompere la distanza che li separa, con conseguenze disastrose. Ho cercato un tono in bilico tra noir, thriller e commedia romantica: amo quel cinema anni ’80 a cavallo tra i generi in cui un uomo qualunque viene travolto da qualcosa di travolgente; mi sono trovato a percorrere una strada simile, mentre decidevo di ambientare questo film (scritto con Giacomo Bendotti) durante il lockdown del 2020. Il momento epocale della nostra generazione ha rappresentato per molti l’occasione di un impietoso bilancio esistenziale, un vuoto di senso che lo rendeva l’arena perfetta per questa storia. Da quel vuoto Luca prova a scappare, ma le cose presto sfuggono al suo controllo in modo inaspettato.
Stefano Sardo