DAL DIRE AL FARE - Un convegno a Roma sul recupero delle sale
Un quadro normativo specifico e chiaro per le sale cinematografiche; competenze definite per enti e amministrazioni in merito agli aspetti legislativi, normativi e vincolistici; centralità del progetto per la valorizzazione degli aspetti culturali, architettonici e sociali dei cinema; l’istituzione di un tavolo tecnico permanente promosso dall’Ordine.
Questa l’articolata proposta avanzata oggi dall’Ordine degli Architetti PPC di Roma e provincia alla Casa dell’Architettura durante il convegno “
Il recupero delle sale cinematografiche – Dal dire al fare”, con il coordinamento scientifico di Marco Maria Sambo (Segretario OAR e Coordinatore Osservatorio 900), Lorenzo Busnengo (Consigliere OAR e Responsabile dei rapporti con la Pubblica Amministrazione) e Paolo Verdeschi (Architetto).
Il tema era già stato affrontato lo scorso ottobre nell’evento “La carica dei 101”, il numero dei cinema chiusi nella Capitale negli ultimi anni.
Ha spiegato il Presidente dell’Ordine, Alessandro Panci, aprendo i lavori: «Il recupero delle sale cinematografiche rientra in un più ampio ragionamento di trasformazione della Città, in cui il recupero di edifici con valore architettonico deve affiancarsi alla rigenerazione di spazi che rappresentano occasioni di rilancio sociale e culturale per l’intera comunità. Come Ordine chiediamo l’istituzione di un tavolo tecnico permanente per un dialogo aperto ed un confronto costruttivo sul ruolo delle sale cinematografiche».
«Abbiamo avviato un dialogo con enti e amministrazioni competenti sulla tematica, dalla Regione che legifera, al Comune che, attraverso le norme di PRG, deve cogliere le specificità del territorio, dal centro storico alla periferia, fino alla Soprintendenza deputata alla tutela del valore storico, culturale ed architettonico del singolo edificio e della sua destinazione d’uso – spiega Lorenzo Busnengo – Risulta indispensabile un quadro normativo chiaro e definito che possa restituire centralità al progetto affidato alla competenza degli architetti, unici attori a poter sintetizzare aspetti normativi e valenze storiche e culturali, a favore dei cittadini e delle relative valenze urbane».
Marco Maria Sambo ha sottolineato: «Ci sono diversi aspetti fondamentali relativi al recupero delle sale cinematografiche, tra cui l'importanza storico culturale e sociale dei cinema; il progetto di architettura come unica soluzione per qualsiasi problematica».
«Da un lato - prosegue Sambo - abbiamo quelle che potremmo definire 'sale cinematografiche d’autore', progettate nel Novecento da grandi maestri dell’architettura, che rappresentano un immenso patrimonio da salvaguardare, difendere, da restaurare in modo adeguato e con intelligenza, per guardare al futuro senza perdere le tracce della nostra storia, della nostra cultura (come, ad esempio, il cinema Maestoso). Per altre sale cinematografiche bisognerà comunque (valutando caso per caso) operare trasformazioni consapevoli, con una forte caratterizzazione socio – culturale della funzione nell’ambito di una sostenibilità economica generale. Perché il cinema è cultura, le sale cinematografiche sono parte del nostro patrimonio culturale, e la cultura dovrà rappresentare la base per costruire il nostro futuro».
Questo il messaggio lanciato dal convegno: è arrivata l’ora di dire basta alle polemiche e di mettersi tutti intorno a un lavoro per una soluzione condivisa attraverso una visione progettuale di qualità e strumenti tecnici definiti che possiamo e dobbiamo mettere in campo.
12/04/2025, 08:47