LO SPIRAGLIO FILMFESTIVAL 15 - I vincitori
Si è appena conclusa al MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma, la quindicesima edizione de
Lo Spiraglio Filmfestival della salute mentale, appuntamento fondamentale per capire, pensare e conoscere a fondo il mondo della salute mentale.
Diretto da Federico Russo per la parte scientifica e da Franco Montini per quella artistica e organizzato dal Dipartimento Salute Mentale della ASL Roma 1 e ROMA CAPITALE in collaborazione con il MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo, il festival, che anche questo anno ha avuto un’enorme affluenza di pubblico e di addetti ai lavori, ha assegnato il
Premio “Lo Spiraglio Fondazione Roma Solidale Onlus”, destinato ad un artista che si è particolarmente distinto per l’impegno sul tema della salute mentale, al regista e sceneggiatore
Paolo Genovese, che, dopo aver raccontato, con "Perfetti Sconosciuti", la vita segreta delle persone, ha approfondito la propria indagine addentrandosi con "Follemente", film evento di questa stagione, nella mente e nell’inconscio.
La giuria, formata dai registi Marco Amenta e Margherita Ferri, la psichiatra Ilaria Cuomo e i professori Teresa de Paola e Angelo Tanese, ha designato il
Premio “Jorge Garcia Badaracco – Fondazione Maria Elisa Mitre” al miglior lungometraggio e il
Premio “Fausto Antonucci” al miglior cortometraggio con le seguenti motivazioni:
Il
Premio “Jorge Garcia Badaracco – Fondazione Maria Elisa Mitre” al miglior lungometraggio è andato a “
IL MIO COMPLEANNO” di Christian Filippi: "
Un racconto profondo e struggente che esplora il concetto di famiglia al di là del legame biologico. Il regista ci offre un ritratto dolce amaro sulla complessità delle relazioni di cura che si instaurano tra ragazzi ed educatrici / educatori, esaltandone il valore umano oltre che professionale. La disperata ricerca d’amore del giovane protagonista arriva al pubblico in maniera diretta e senza sconti attraverso la magistrale interpretazione dei protagonisti, Zackari Delmas e Silvia D’Amico, che ci trasportano nella storia di tanti ragazzi che devono fare i conti con l’impossibilità di crescere nella famiglia di origine e che cercano con difficoltà di trovare la propria strada all’interno del progetti di case famiglia".
Una
Menzione speciale è andata a “
IL SOLDATO SENZA NOME” di Claudio Ripalti. "
Questo film, delicato e commovente, ci invita a riflettere sul tema del disturbo da stress post-traumatico, oggi più attuale che mai. La storia, ispirata alle ricerche sulla medicina di guerra dello psichiatra Gaetano Boschi, rintraccia, con una ricerca negli archivi degli ospedali psichiatrici emiliani, le storie di persone traumatizzate dall'orrore del primo conflitto mondiale e le narra con autenticità attraverso una sceneggiatura solida e una fotografia ben curata".
Premio “Fausto Antonucci” al miglior cortometraggio è stato assegnato ad l’afghano “
HATCH” di Alireza Kazemipour. "
Hatch è una visione onirica e totalmente inaspettata di un viaggio di fuga, speranza, paura e perdita. Potente e struggente flashback di un amore perduto sul fondo di un mare metaforico che rappresenta la tragedia odierna delle migrazioni e dei segni indelebili che lascia nell’anima di chi sopravvive".
Il cortometraggio "
ALBERTO PAOLINI" di Anna Maria De Luca ha ricevuto invece una Menzione Speciale: "
Il ritratto struggente e doloroso di un uomo rinchiuso per 43 anni in un ospedale psichiatrico, senza mai una reale diagnosi, a causa di negligenza ed egoismo. Un documento che va dritto alla cronaca e che provoca nello spettatore commozione e rabbia. Per descrivere la sua condizione non ci sono parole migliori che una sua poesia: Un vispo moscerino volava allegro al sole di un limpido mattino, quando improvvisamente da un fiorellino giallo, un attimo distratto, pose la luce in fallo e si trovò ad un tratto in una tela di un ragno. Tentare di fuggire fu impresa disperata, inutile ogni lotta, la sua sorte era segnata.Tutto il suo umor vitale il ragno gli succhiò, finché del moscerino lo scheletro restò".
Il
Premio SAMIFO assegnato da una giuria dedicata composta dalla psicoterapeuta Carmela Matarazzo, dal performer congolese Bing Gbatshu e dal produttore e attore Maximiliano Gigliucci ha identificato in “
SAN DAMIANO” di Gregorio Sassoli e Aleajandro Cifuentes, il film che meglio ha saputo ritrarre/esprimere/raffigurare aspetti legati alla transculturalità e alla vulnerabilità delle persone migranti.
"
Il film merita il premio SAMIFO per la potenza della sua narrazione, che affronta con profondità i temi della migrazione, del trauma e della violenza vissuti dai protagonisti. I registi ritraggono il personaggio principale con realismo, senza idealizzarlo né censurare le sue contraddizioni, creando uno sfondo che colpisce profondamente lo spettatore".
13/04/2025, 18:59