Note:
DAMIANO
"Mamma, io non so cosa devo scegliere, se essere un dio o un diavolo.
Se io sarò un dio mi uccideranno subito. Però, mamma, se io sarò un diavolo, avranno paura di me".
Damiano, polacco di origine, è una figura affascinante e contraddittoria, sospesa tra l’innocenza di un angelo e l’ambiguità di un diavolo. Parla italiano con un’insolita inflessione calabrese perché ha vissuto alcuni anni in Calabria da ragazzo. A 35 anni ha deciso di ripartire da zero, scegliendo Roma, la città degli imperatori e dei gladiatori. E come un gladiatore, Damiano combatte ogni giorno, anche quando il mondo sembra averlo dimenticato.
Alla stazione Termini, Damiano risalta come un puntino bianco di speranza in un oceano nero di difficoltà, sempre alla ricerca di una redenzione personale. Vuole essere visto e riconosciuto per il suo valore, e per questo ha fatto di una torre sulle Mura Aureliane la sua casa. La sua personalità è un caleidoscopio di imprevedibilità, punteggiata da un umorismo grottesco e infantile, talvolta geniale. La sua emblematicità traspare nella frase: “Non sono commercialista”, pronunciata a un musicista che tentava di convincerlo a conformarsi a uno stile più commerciale, che Damiano percepiva come poco autentico.
Damiano è “santo” perché in lui arde una luce costante, una tenacia che lo spinge a sognare e a creare, anche quando la vita lo ha portato sulla strada, dentro la cella di un carcere, o dentro le mura di un ospedale psichiatrico in Polonia. I suoi sogni trascendono la mera sopravvivenza: vuole essere un cantante, un artista, vuole lasciare un segno nel mondo. Scrive libri, compone musica e testi per canzoni. Come ogni vero artista, Damiano rimane sempre se stesso, incapace di scendere a compromessi con un mondo che spesso lo rifiuta o non lo capisce. Nonostante tutte le avversità e la durezza della vita, Damiano è un'anima autentica che non si arrenderà mai alla banalità del mondo.