LA SETTIMANA SENZA DIO - Credete e vi sarà dato
Amedeo, cattolico, sta per sposare Badra, musulmana: si reca pertanto in Tunisia per conoscere la famiglia di lei e sottoporsi ad alcuni rituali necessari affinché la cerimonia religiosa possa aver luogo, ma scopre che questi rituali gli richiederanno un sacrificio più grande del previsto.
Al centro della commedia di
Murad Ben Cheikh, regista tunisino laureatosi al Dams di Bologna, c’è il difficile dialogo interculturale fra cristiani e musulmani, affrontato però con un’ironia che riveste di necessario ottimismo anche lo scontro ideologico più acceso.
La biografia “policentrica” dell’autore gli permette infatti di sorridere tanto dell’intransigenza integralistica islamica quanto degli stereotipi sull’uomo italiano e sulla sua famiglia, prendendosi bonariamente gioco dell’insensata cecità che investe talvolta la ritualità di entrambe le religioni ed entrambe le culture. Nonostante Ben Cheikh ambisca a identificarsi come punto di contatto tra il nuovo cinema tunisino e la classica commedia all’italiana, forte anche del fatto che
La settimana senza Dio venga “considerato il primo esempio di commedia d’autore nella storia del cinema tunisino” (Carlo Griseri su Torino Cronaca), purtroppo i tempi comici e alcune interpretazioni attoriali non sono completamente in sintonia con un sincero umorismo all’italiana e si percepisce il desiderio di strizzare l’occhio a certe tipicità linguistiche o comportamentali per suscitare una risata che resta comunque, molto spesso, su un livello superficiale, facendo leva ora sulla malizia della protagonista (
Amal Mannai, già assistente regista di Ben Cheikh) ora sulla facile comicità degli aspetti gergali e culturali legati alla circoncisione. Il tono da commedia leggera è tuttavia funzionale a porre il tema alla giusta distanza in modo da offrirlo ad una serena riflessione.
Certo, dietro l’angolo c’è il rischio di una sottovalutazione del problema, ma se accettiamo il codice espressivo e di genere entro il quale si muove la narrazione, si può limitare la nostra intransigenza di spettatori sospendendo l’incredulità in certe situazioni, provando così a godersi l’ironica interpretazione di Nicola Nocella nei panni dell’antiquario protagonista o il graduale svelarsi dei retroscena dell’agognato matrimonio. Adattando l’omonimo capitolo del romanzo
La marmite d'Ayoub di Med Ridha Ben Hammouda, il regista di Mare Nostrum (2007) e Never Fear Again (2011) compone un racconto in tre lingue (italiano, tunisino e francese) che fa dell’incomprensione linguistica dapprima un’allegoria dell’incomunicabilità culturale e poi la chiave di volta di una riflessione sull’arte di arrangiarsi e sui modi più o meno leciti ed espliciti di raggiungere i propri obiettivi, infondendo comicamente nei suoi personaggi la linfa di certi caratteristici topoi.
Alla base della vicenda vi è comunque un dato storico: nel 2017 è stata abrogata in Tunisia la legge che dal 1973 vietava ad una donna tunisina di sposare un uomo non musulmano. Avvisandoci che “i miracoli esistono solo per coloro che ci credono”, con La settimana senza Dio Murad Ben Cheikh vuole celebrare questo fondamentale cambiamento sociale raccontando il momento in cui crollano le resistenze della parte più tradizionalista della società, offrendone in controluce una lettura in cui ciò avviene particolarmente per merito delle donne. Insomma: credete e vi sarà dato.
24/04/2025, 08:35
Alessandro Guatti